Manco da parecchio sul blog!
Chiedo venia.
Non voglio trovare scusanti, ma è un periodo molto impegnato per me: tra le lezioni del secondo anno della specialistica in Comunicazione & Editoria all'università, il tirocinio presso la webradio universitaria RBG (se vi va, ascoltatemi con Internet ogni venerdì dalle 11e30 alle 12 con la mia rubrica Rock Spotlight, ovvero i riflettori puntati sulla scena musicale rock internazionale e nazionale. Ovviamente ci sono molte altre trasmissioni e rubriche che meritano un ascolto!), il corso di fotografia, gli allenamenti di basket e le ripetizioni, faccio veramente fatica a trovare del tempo per me. E quando lo trovo, molte volte mi addormento :P
Che disastro!
Non ho smesso in tutto questo tempo di leggere, ovviamente, anche se la precedenza rimane ai testi in programma per i diversi esami universitari che dovrò sostenere a gennaio e febbraio.
Tra i libri letti per mio personale piacere c'è Momo di Michael Ende.
Io l'ho definito un invito a dedicare più tempo al tempo.
Una società dominata da un imperante e sfrenato consumismo, che ci spinge a forsennati ritmi lavorativi con l'obiettivo di disporre di maggiori quantità di denaro e di poterci così permettere ogni lusso. Vietato perdere tempo quindi, perché ogni ora, ogni minuto, ogni secondo deve essere ottimizzato e sfruttato per lavorare, per produrre, per inseguire l'illusione che il lusso possa rendere veramente felici. Ma così facendo gli uomini, completamente devoti al loro obiettivo materialista, non si rendono conto della spersonalizzazione perpetrata nei loro confronti da questo modello economico aberrante. Non hanno più tempo da dedicare a se stessi, agli amici, ai propri cari.
Come i Signori grigi del romanzo, le persone spesso si muovono frettolosamente per le città con il volto cinereo, arrabbiati, senza un minuto da perdere e pronti all'insulto nei confronti di chi glielo può far perdere. Che vita vuota e frenetica è la loro!
La speranza è che le persone riescano a conservare la Momo che c'è in loro e ad essere sempre disponibili e felici di donare il proprio tempo agli altri.
Grazie alla mia amica cAte per il prestito!
Vi auguro buona notte!
Io mi dedico alla preparazione del materiale per la seconda puntata della mia rubrica radiofonica e poi, finalmente, le meritate nanne!
Chiedo venia.
Non voglio trovare scusanti, ma è un periodo molto impegnato per me: tra le lezioni del secondo anno della specialistica in Comunicazione & Editoria all'università, il tirocinio presso la webradio universitaria RBG (se vi va, ascoltatemi con Internet ogni venerdì dalle 11e30 alle 12 con la mia rubrica Rock Spotlight, ovvero i riflettori puntati sulla scena musicale rock internazionale e nazionale. Ovviamente ci sono molte altre trasmissioni e rubriche che meritano un ascolto!), il corso di fotografia, gli allenamenti di basket e le ripetizioni, faccio veramente fatica a trovare del tempo per me. E quando lo trovo, molte volte mi addormento :P
Che disastro!
Non ho smesso in tutto questo tempo di leggere, ovviamente, anche se la precedenza rimane ai testi in programma per i diversi esami universitari che dovrò sostenere a gennaio e febbraio.
Tra i libri letti per mio personale piacere c'è Momo di Michael Ende.
Io l'ho definito un invito a dedicare più tempo al tempo.
"Vedi, Momo, è così: certe volte si ha davanti una strada lunghissima. Si crede che è troppo lunga, che mai si potrà finire, uno pensa." Guardò un po' in avanti davanti a sé e poi proseguì: "E allora si comincia a fare in fretta. E ogni volta che alzi gli occhi vedi che la strada non è diventata di meno. E ti sforzi ancora di più e ti viene la paura e alla fine resti senza fiato... e non ce la fai più.... e la strada sta sempre là davanti. Non è così che si deve fare." Pensò ancora un poso e poi seguitò: "Non si può mai pensare alla strada tutta in una volta, tutta intera capisci? Si deve soltanto pensare al prossimo passo, al prossimo respiro, al prossimo colpo di scopa. Sempre soltanto al gesto che viene dopo. Allora c'è soddisfazione; questo è importante perché allora si fa bene il lavoro. Così deve essere. E di colpo uno si accorge che, passo dopo passo, ha fatto tutta la strada. Non si sa come.... e non si è senza respiro. Questo è importante."Momo non è semplicemente una bella favola. Come ho letto da qualche parte è un racconto senza età e per ogni età. Dietro la narrazione della fantastica avventura vissuta da Momo, una deliziosa bambina dotata della grande capacità di saper ascoltare gli altri, si cela una forte critica alla società moderna.
Una società dominata da un imperante e sfrenato consumismo, che ci spinge a forsennati ritmi lavorativi con l'obiettivo di disporre di maggiori quantità di denaro e di poterci così permettere ogni lusso. Vietato perdere tempo quindi, perché ogni ora, ogni minuto, ogni secondo deve essere ottimizzato e sfruttato per lavorare, per produrre, per inseguire l'illusione che il lusso possa rendere veramente felici. Ma così facendo gli uomini, completamente devoti al loro obiettivo materialista, non si rendono conto della spersonalizzazione perpetrata nei loro confronti da questo modello economico aberrante. Non hanno più tempo da dedicare a se stessi, agli amici, ai propri cari.
Come i Signori grigi del romanzo, le persone spesso si muovono frettolosamente per le città con il volto cinereo, arrabbiati, senza un minuto da perdere e pronti all'insulto nei confronti di chi glielo può far perdere. Che vita vuota e frenetica è la loro!
La speranza è che le persone riescano a conservare la Momo che c'è in loro e ad essere sempre disponibili e felici di donare il proprio tempo agli altri.
Grazie alla mia amica cAte per il prestito!
Vi auguro buona notte!
Io mi dedico alla preparazione del materiale per la seconda puntata della mia rubrica radiofonica e poi, finalmente, le meritate nanne!