lunedì 1 novembre 2010

Il mare nero / The black sea


Vedere Report ieri sera è stato - come al solito - destabilizzante per il mio equilibrio e ha generato alti livelli di incazzatura. Inoltre ha risvegliato il mio spirito ecologista e ambientalista che si era un po' sopito negli ultimi mesi.
Se anche voi avete avuto modo di vedere questa puntata dedicata all'ambiente, credo sappiate bene di cosa sto parlando; invece se non avete avuto la possibilità di assistere alla diretta, vi prego di ritagliarvi un po' di tempo per voi stessi e di guardarla sul sito della trasmissione, dove potete anche leggere il testo integrale.

Intanto eccovi un breve riassunto.
Tema della serata è stato il (dannato!) petrolio, causa di tanti disastri ambientali - tra cui l'ultimo in ordine di tempo, devastante, quello avvenuto nel Golfo del Messico - e causa anche di sconvolgimenti e deturpazioni del territorio. Purtroppo, come viene sostenuto nel sito di Report:
"il petrolio è ancora oggi una fonte di energia insostituibile [...]; dovremo farci i conti almeno per altri 100 anni. Ma la ricerca, la trivellazione, l’estrazione e il trasporto pongono continuamente a rischio l’ambiente in cui viviamo soprattutto se il danno provocato da uno sversamento di petrolio avviene in acqua."
Per far capire la pericolosità del petrolio sull'ambiente e sulla nostra salute, la squadra di Report è andata a capire come funziona una piattaforma petrolifera e si è recata su Vega, la più grande piattaforma italiana gestita da Edison e Eni che estrae petrolio al largo delle coste siciliane.
Dalla Sicilia si sono spostati nella Louisiana - lo Stato statunitense più colpito dal disastro petrolifero che ha avuto inizio il 20 aprile 2010 a causa di una falla alla piattaforma petrolifera Deepwater Horizon situata nel Golfo del Messico - su cui i riflettori dell'informazione italiana si sono spenti non appena è stato trovato il modo di chiudere il pozzo, come se così il problema fosse stato risolto senza particolari danni. Data la scarsa informazione sulla vicenda, i giornalisti di Report hanno deciso di capire quali sono le conseguenze della fuoriuscita di circa 5 milioni di barili e di cui solo il 60% è stato recuperato o bruciato.

Data la poca disponibilità e le ristrettissime misure di sicurezza, il team si è spostato nuovamente in Italia, questa volta in Liguria, alla ricerca delle risposte non trovate negli USA. E ho scoperto che l'11 aprile 1991, la petroliera Midforth Haven si è incendiata nel porto di Genova, causando la morte di cinque persone e la dispersione in mare di enormi quantità di greggio. Si tratta della più grave catastrofe ambientale del Mediterraneo.
Dopo quasi vent'anni da quel giorno, in che stato verseranno i fondali tra Genova e Savona?
Sarà come ha detto il responsabile Edison della piattaforma Vega che, rispondendo alla domanda di Sigfrido Ranucci ("Se io andassi per esempio in Liguria, dove vent'anni fa è affondata la petroliera Haven, sui fondali non trovo più nulla?"), ha detto che:
"Ma sicuramente, dalle notizie così che arrivano sembra addirittura che ha ripreso con maggiore bellezza lo stato del fondo marino, del relitto sommerso l'ambiente, la flora è stata tutta ripristinata senza nessuna traccia d'inquinamento."
Già detta così a me sembrava una grande, gigantesca, strepitosa cazzata ed infatti l'inchiesta di Report ha confermato i miei sospetti.
A bordo di un peschereccio, è stato mostrato come anche lontano dall'area tuttora inquinata ciò che le reti catturano sono quantità industriali di fango misto a petrolio melmoso, depositatosi ovunque e che sporca la fauna e la flora marina.
Si scopre infatti che i fondali non sono mai stati bonificati nonostante la legge sull’ambiente del ’98 lo imponesse e che nessuno, in vent'anni, ha educato i pescatori a conservare il catrame catturato dalle reti per poi riportarlo a riva per essere smaltito. Se questo piccolo sforzo fosse stato fatto o se i pescatori fossero semplicemente ricorsi al buon senso, oggi gran parte dei fondali sarebbe pulita.
E invece no: i pescatori - ancora oggi! - buttano tutto ciò che non è pesce in acqua; quindi non solo il catrame, ma anche bottiglie, sacchetti, lattine e qualsiasi altro rifiuto abbandonato tra le acque. Ma il senso civico dove ce l'hanno?

Per ora mi fermo qui, il sangue già ribolle fin troppo a ripensare alle immagini di ieri sera!
Ma la puntata è andata oltre e, davvero, vi consiglio di vedervela tutta.



Yesterday night I watched Report (an independent journalistic TV program in Italy) and, as asual, after the end of the program, I was very pissed off. Moreover it has awoken my sleeping environmentalist spirit.

The subject of the episode was the damned oil, which is the cause of many environmental disasters, like the Gulf of Mexico oil spill in 2010.
To make people understand the dangerousness of oil for the environment and our health, the Report team went to Vega, the largest Italian oil rig run by Edison and Eni, which extracts oil off Sicily.

From Sicily the journalists went to Louisiana, one of the States that has to pay the consequences of the Deepwater Horizon oil spill, to show the damages caused by the release of about 4.9 million barrels of crude oil. As Wikipedia says, "the spill has caused extensive damage to marine and wildlife habitats as well as the Gulf's fishing and tourism industries".

Then the Report équipe came back to Italy and went to Liguria, a coastal region of north-western Italy, where there has been an oil disaster about 20 years ago. In 1991, while loaded with 1 million barrels of crude oil, the oil tanker named Milford Haven exploded, caught fire and sank off the coast of Genoa, killing six people and flooding the Mediterranean with up to 50,000 tonnes of crude oil.
It's the most serious environmental catastrophe in the Mediterranean and, after 20 years, the consequences are still there: the marine environment is still now seriously damaged and polluted.

Now I have to stop because remembering last night episode makes my blood boil!

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