Un consiglio: leggete questo libro. Davvero. Leggetelo, rileggetelo, parlatene con amici, parenti e sconosciuti, prestatelo, passate parola.
Italiani, per esempio. L'Italia vista dai bambini immigrati è un bellissimo libro di Giuseppe Caliceti, insegnante elementare e organizzatore culturale di Reggio Emilia, in cui sono raccolte le riflessioni dello scrittore sulla scuola italiana e sulla sua esperienza ventennale nelle classi multiculturali della scuola primaria, insieme a un dizionario le cui voci sono state stilate dai bambini di origine straniera e ai racconti di questi bambini immigrati sulla loro vita in Italia.
Nella prima parte, intitolata Con occhi nuovi, viene dipinta la drammatica situazione in cui versa la scuola del nostro Paese, particolarmente penosa per quanto riguarda la scuola primaria. In Italia, nascondendosi dietro l'imperativo categorico del "Bisogna risparmiare. Basta sprechi.", non vengono fatti gli investimenti necessari per l'educazione dei bambini, con evidenti risultati sul livello di educazione e preparazione degli alunni.
Basta ricordare a questo proposito i recenti tagli alle università e scuole voluti dal governo Berlusconi tramite il decreto Gelmini, approvato nell'ottobre 2008.
Bisognerebbe invece adottare una mentalità diversa e capire come non si tratti banalmente di inculcare loro concetti e nozioni, ma come sia fondamentale osservarli, ascoltarli di più e guardarli "come portatori di una cultura a tratti diversa dalla nostra ma altrettanto importante: quella, semplicemente, dei bambini in quanto bambini. Può esserci utile. Può aiutare sia noi che loro a stare meglio al mondo. Può aiutarci a vivere tutti meglio, in un mondo migliore." (pg. 15).
Segue il fantastico dizionario creato dai bambini immigrati che parte dalla A di abbronzato e finisce con la Z di zucca. Un dizionario divertente, spiritoso, commuovente, triste.
Le definizioni non sono state sistemate in vista della pubblicazione del libro, ma sono rimaste inalterate con i loro errori di sintassi e le loro frasi sgrammatiche, così come sono sgorgate liberamente dallo sciame di pensieri dei piccoli studenti.
Ecco alcune voci che mi sono piaciute particolarmente:
Emerge il fatto che, anche alle elementari, molti di questi bambini di origine straniera sono vittime di generalizzazioni da parte di alcuni compagni e di maestri e maestre, alimentando quel clima sospettoso e intollerante che, purtroppo, domina nella nostra penisola (e i risultati delle elezioni regionali di quest'anno confermano questa tendenza). Questo perché gli immigrati sono visti "come minaccia all'identità culturale e un problema di ordine pubblico e non come una risorsa e un'occasione di crescita".
Stelline: 5
Dettagli:
"Italiani, per esempio. L'Italia vista dai bambini immigrati"
di Giuseppe Caliceti
Editore: Feltrinelli
Anno: febbraio 2010
Pag. 237
Prezzo: 14€
Italiani, per esempio. L'Italia vista dai bambini immigrati è un bellissimo libro di Giuseppe Caliceti, insegnante elementare e organizzatore culturale di Reggio Emilia, in cui sono raccolte le riflessioni dello scrittore sulla scuola italiana e sulla sua esperienza ventennale nelle classi multiculturali della scuola primaria, insieme a un dizionario le cui voci sono state stilate dai bambini di origine straniera e ai racconti di questi bambini immigrati sulla loro vita in Italia.
Nella prima parte, intitolata Con occhi nuovi, viene dipinta la drammatica situazione in cui versa la scuola del nostro Paese, particolarmente penosa per quanto riguarda la scuola primaria. In Italia, nascondendosi dietro l'imperativo categorico del "Bisogna risparmiare. Basta sprechi.", non vengono fatti gli investimenti necessari per l'educazione dei bambini, con evidenti risultati sul livello di educazione e preparazione degli alunni.
Basta ricordare a questo proposito i recenti tagli alle università e scuole voluti dal governo Berlusconi tramite il decreto Gelmini, approvato nell'ottobre 2008.
"Tagliare sulla formazione e sull'educazione dei più giovani è un errore, lo sanno tutti. Vuol dire solo compromettere ulteriormente il loro futuro. E se oggi non conserviamo più nemmeno l'idea che la loro vita, quella di chi verrà dopo di noi, possa migliorare almeno un poco rispetto alla nostra, allora siamo solo dei bastardi."Bambini visti sempre più come numeri, come "soldatini" da "addestrare". Un approccio completamente sbagliato che, come nota Caliceti, non contraddistingue solamente i politici, ma anche diversi insegnanti.
(pg. 11)
Bisognerebbe invece adottare una mentalità diversa e capire come non si tratti banalmente di inculcare loro concetti e nozioni, ma come sia fondamentale osservarli, ascoltarli di più e guardarli "come portatori di una cultura a tratti diversa dalla nostra ma altrettanto importante: quella, semplicemente, dei bambini in quanto bambini. Può esserci utile. Può aiutare sia noi che loro a stare meglio al mondo. Può aiutarci a vivere tutti meglio, in un mondo migliore." (pg. 15).
Segue il fantastico dizionario creato dai bambini immigrati che parte dalla A di abbronzato e finisce con la Z di zucca. Un dizionario divertente, spiritoso, commuovente, triste.
Le definizioni non sono state sistemate in vista della pubblicazione del libro, ma sono rimaste inalterate con i loro errori di sintassi e le loro frasi sgrammatiche, così come sono sgorgate liberamente dallo sciame di pensieri dei piccoli studenti.
Ecco alcune voci che mi sono piaciute particolarmente:
BELLA. Io non dico che non è bella, dico solo che l'Italia forse è uno dei paesi più belli del mondo, ma se gli italiani capissero di non inquinare l'ambiente e di non togliere ai figli la natura potrebbe diventare ancora più bella. (Ada, 11 anni, Camerun).
CORAGGIO. Coraggioso come una tigre bianca in inverno. Coraggioso come un leone in un campo di grano. Coraggioso come uno che scala un grattacielo. Coraggioso come un angelo nel cielo. Coraggioso come un innamorato. (Biko, 10 anni, Congo).
FELICITIl libro termina con delle mini-storie italiane di bambini stranieri, raccontate da Caliceti in persona e da alcuni piccoli immigrati.À 2. Quando sono felice sto come una margherita in un campo di margherite in un giorno assolato di primavera. Quando sono felice sto come un paese che dalla morte è stato liberato. Quando sono felice sto come un albero pieno di foglie, come un uccello che vola in mezzo al cielo azzurro e guarda in basso e vede dei bambini che si rincorrono felici insegendo un aquilone. Quando sono felice sto come un fiore appena sbocciato in mezzo a un giardino appena innaffiato in un giorno di primavera.( Lili, 10 anni, Cina).
ITALIA POLITICA. In Italia ci sono due re: un re è Berlusconi, l'altro re è il Papa. Berlusconi comanda l'Italia, il Papa comanda gli italiani. (Lili, 9 anni, Cina).
LEGA NORD. Loro sono persone italiane che il capo è un italiano. Lui alla tv parla un po' male perché è malato, ha la faccia storta. Loro vogliono mandare via dall'Italia tutti gli uomini, le donne e i bambini non italiani. Oppure anche quelli come me che sono nata in Italia ma i miei genitori e dei miei fratelli e sorelle grandi no. Loro sono contro tutti tranne loro. Loro si chiamano Lega Nord e sono contro il Sud, l'Ovest e l'Est. (Naima, 11 anni, Marocco).
PARTIRE. Una cosa che per me tutti in Italia devono sapere, perché qualche italiano non è mai partito da casa sua, è questa: quando un bambino o una bambina nascono in un posto e poi devono partire per andare a vivere in un altro paese come è capitato a me, questo è molto, molto faticoso. Se io potevo, non partivo. Se uno può, nessuno parte. Perché tutti al mondo volessero nascere e morire nella terra dove sono nati. (Isham, 8 anni, Marocco).
Emerge il fatto che, anche alle elementari, molti di questi bambini di origine straniera sono vittime di generalizzazioni da parte di alcuni compagni e di maestri e maestre, alimentando quel clima sospettoso e intollerante che, purtroppo, domina nella nostra penisola (e i risultati delle elezioni regionali di quest'anno confermano questa tendenza). Questo perché gli immigrati sono visti "come minaccia all'identità culturale e un problema di ordine pubblico e non come una risorsa e un'occasione di crescita".
"O si riesce a vedere nell'altro e nella sua diversità anche una persona e un'opportunità di crescita collettiva e personale, o si vede in lui solo un numero, un nome, un problema, una minaccia."Ringraziamo per tutto questo anche quei partiti e movimenti che "tendono a fomentare a fini elettorali la paura, il sospetto, l'odio, una forma di razzismo latenti in ognuno di noi" e che con i loro slogan da stadio e discorsi da bar rimpolpano il quadro delle ovvietà, dei luoghi comuni e dei pregiudizi che circondano i "non-italiani".
(pg. 200)
Stelline: 5
Dettagli:
"Italiani, per esempio. L'Italia vista dai bambini immigrati"
di Giuseppe Caliceti
Editore: Feltrinelli
Anno: febbraio 2010
Pag. 237
Prezzo: 14€
La tecnica del pomodoro (o the Pomodoro Technique in ammeregano), ideata da Francesco Cirillo, consiste in un semplice sistema volto a migliorare la produttività sia nello studio che al lavoro, a ridurre la sensazione di ansia verso lo scorrere del tempo, ad aumentare la focalizzazione e la concentrazione riducendo le interruzioni, ed a incrementare e mantenere il livello di motivazione.
Il metodo proposto è piuttosto semplice ed essenzialmente consiste nell'utilizzare un timer (magari a forma di pomodoro, da cui il nome della tecnica!) caricato su 25 minuti durante i quali dobbiamo sforzarci di concentrarci sul nostro lavoro/studio. 25 minuti di puro lavoro, al termine dei quali si fa una breve pausa di 3/5 minuti per rilassare la mente e ricaricare le pile. Terminata la pausa, si ricarica il timer su 25 minuti e si prosegue in questo modo, fino al completamento dell'attività che ci siamo prefissati di realizzare.
La faccenda, come potete vedere è piuttosto semplice nei suoi tratti fondamentali, ma nella quarantina di pagine che compongono il libro elettronico vengono spiegati anche altri dettagli che rendono la tecnica ancor più interessante e stimolante.
Ad esempio, come gestire le interruzioni interne (ovvero quelle che dipendono da noi) e quelle esterne (una telefonata improvvisa da parte di un amico, un'email del capo, ecc) che possono frapporsi tra noi e il nostro obiettivo di svolgere 25 minuti di lavoro. E non pensate che sia così facile saper gestire le distrazioni che provengono sia dal mondo esterno che dalla nostra mente in continuo movimento. Riuscire a lavorare o studiare ininterrottamente per 25 minuti è una vera impresa!