domenica 24 agosto 2008

In ferie...

Domani parto per la mia ultima settimana di ferie per questa schifosa estate 2008.

Dopo la settimana a luglio con la mia migliore amica Ele ad Ibiza - ma non fatevi strane idee: anche se siamo andate sull'isola del divertemento per eccellenza, non abbiamo fatto vita da discotecare, anche perché la musica house dei locali e delle discoteche di Eivissa non rappresenta proprio il nostro genere di musica preferito... solo tanto sole, mare e camminate! -, me ne vado dalla pianura padana per le incantevoli colline toscane della provincia di Arezzo!
Precisamente soggiornerò, insieme ai miei genitori, presso l'agriturismo "Alpe della luna" a Sansepolcro, un casolare disperso su una collina di 750 metri, immerso nel verde ed isolato dal mondo! Non vedo l'ora, l'ambientazione già mi aggrada molto e, inoltre, la cucina dell'agriturismo è solo vegetariana & vegana... per cui doppio hurrà!

Con me porterò sicuramente "Espiazione" di Ian MaEwan.
Ad Arezzo poi voglio comprare "Il profumo del mare" di Eva Casagli che so essere ambientato proprio in quei magnifici scenari toscani che tanto amo.
Poi non so, magari per sicurezza qualche altro libro lo portò nello zaino! ;)

Ci si rivede a settembre!

giovedì 21 agosto 2008

A sud del confine, a ovest del sole


"A sud del confine ad ovest del sole" è un libro che mi è piaciuto, anche se personalmente non ritengo arrivi allo stesso livello di "Tokyo Blues - Norwegian Wood".

Murakami racconta la storia di Hajime, dai suoi dodici anni quando conosce Shimamoto (una coetanea con un leggero difetto alla gamba), passando per l'adolescenza, la sua storia con Izumi, il lavoro frustrante presso una casa editrice di libri scolastici, fino ai trentasette anni, dove lo ritroviamo sposato con Yukiko, due figlie, un lavoro gratificante. Insomma un uomo apparentemente felice.

Un giorno, però, in uno dei suoi locali notturni, incontra la sua amica d'infanzia Shimamoto e da quel momento la sua vita non sarà più la stessa. Da quel momento Hajime si troverà spesso a riflettere sulla vacuità della vita, sulla morte, sulla vita che avrebbe potuto esserci se avesse fatto delle scelte diverse e che invece non c'è.

Shimamoto è una personaggio avvolto dal più fitto mistero; e questo mi ha un po' irritato perché avrei voluto scoprire qualche dettaglio in più sul suo conto, ho sperato in qualche rivelazione fino alla fine, ma Murakami mi ha lasciato a bocca asciutta. Di lei non si conosce quasi nulla: dove abiti, se sia spostata, che lavoro faccia. Dopo essersi fatta viva, è solita scomparire per mesi senza dare più notizie di sé per poi ricomparire all'improvviso, nelle serate di pioggia. Come un fantasma.

Emozionante il passo in cui Hajime esprime tutto il suo amore per la donna, dopo averla attesa per mesi vivendo nell'incertezza totale:
"Quando sei andata via, ho continuato a pensare sempre a te. Per quasi sei mesi, non ho fatto altro da mattina a sera. Volevo smettere, ma mi era impossibile. Alla fine sono giunto a questa conclusione: non voglio che tu vada via, non posso stare senza di te. Non voglio perderti di nuovo, né sentire più le parole per un po' e forse. E' questo che penso. Tu dici sempre che per un po' non possiamo vederci e sparisci. Nessuno può sapere con certezza se tornerai davvero o no. Potresti non tornare mai più, potrei finire i miei giorni senza avere la possibilità di rivederti. Questo pensiero mi è insopportabile e tutto intorno a me sembra non avere più senso. [...] Ti amo, di questo sono sicurissimo. Niente potrà cambiare quello che provo per te, è un sentimento speciale cui non posso rinunciare di nuovo. Ti ho già persa tante volte, ma avrei dovuto trattenerti." (pg. 174).

Dettagli
"A sud del confine, a ovest del sole"
di Haruki Murakami
Editore: Feltrinelli
Pg. 207
Data di pubblicazione: 1992
Prezzo: 7€

martedì 19 agosto 2008

È una vita che ti aspetto

Ho appena finito di vedere Sotto il sole della Toscana, film di Audrey Wells del 2004.
Speravo sinceramente di vedere più riprese dei fantastici paesaggi collinari che la Toscana sa regalare e di cui mi sono innamorata anni fa grazie a Io ballo da sola di Bertolucci.
Purtroppo non è andata così: solo qualche breve scorcio del Duomo di Firenze, qualche paesello dell'interno toscano, Roma e Positano. Speravo in qualche cosa di più, anche in vista del mio prossimo viaggio in Toscana. Già, perché la settimana prossima parto per la provincia di Arezzo dove soggiornerò in un isolato agriturismo vegetariano, immerso tra le colline e la natura. *_*
Interessante però la ricostruzione e la sistemazione dell'antica villa Bramasole che da cadente rovina si trasforma in un'accogliente e rustica dimora di campagna. Anche se la cascina di Gaiole in Chianti (Siena) dei coniugi Grayson che ospita una folta schiera di artisti ed esteti, tra cui Lucy Armon, rimane impareggiabile.
Certo i luoghi comuni e le solite banalità sull'Italia e i suoi abitanti non possono ovviamente mancare in questo Under the Tuscan sun; tuttavia la storia di Frances riesce a comunicare qualche messaggio importante sulla vita, regalandomi un po' di speranza e gioia.

Ora passo invece al libro che ho finito di leggere stasera, prima dell'inizio del film.


È una vita che ti aspetto di Fabio Volo

"Quella sera era un axolotl che aveva deciso di uscire dall'acqua e di iniziare la metamorfosi... iniziare a crescere. [...] quella sera nell'aria c'era una consapevolezza nuova. Una sensazione diversa. C'era davvero una presa di coscienza. Quella sera respiravo profondamente i miei pensieri e le mie emozioni." (pg. 47-48)
Questa metafora mi ha colpito tantissimo e mi piace: originale, stramba, ma va dritta al sodo. Certo prima di afferrarla, bisogna informarsi per scoprire cosa sia un axolotl. Vi risparmio la fatica della ricerca sul dizionario o su Internet: si tratta di un anfibio a rischio estinzione che, oltre ad essere in grado di rigenerare parti del proprio corpo, riesce anche a decidere se diventare adulto o rimanere girino.
Il bizzarro paragone rispecchia fedelmente il mio stato d'animo.
Come Francesco, anch'io, di recente, ho staccato la spina dal mondo per riflettere su me stessa e capire perché, in alcuni momenti della mia vita, non mi sentivo felice ed ero presa da struggenti dubbi ed ansie. "Era arrivato veramente il momento di analizzarsi un po'. [...] di ascoltarsi, di porgere l'orecchio a quella voce. Di farsi delle domande, di provare a trovare delle risposte. <<È finito il tempo di aspettare Godot>> mi aveva anche detto. Dovevo in qualche modo agire. Agire sulla mia vita." (pg. 30).

Francesco, all'età di trent'anni, si rende conto di essere sfuggito fino a quel momento alla vita, di essersi concentrato troppo sul male, sul peggio, non assaporando pienamente i momenti felici e consumando tutto di fretta. Stanco di questo suo modo di esistere, decide di frenare e prendere del tempo solo per se stesso. "Affrontavo le mie paure, i miei dubbi, le mie ansie. Entravo nella grotta dove c'erano i miei mostri, i miei fantasmi e li sfidavo. Cominciavo a conoscermi e a capire molte cose." (pg. 82).
Cavoli, leggere queste parole mi ha fatto rimanere di sasso: ritraggono alla perfezione quanto ho fatto io dalla fine di questa primavera. Non avrei potuto trovare parole migliori per esternare questo percorso così personale e interiore che ho intrapreso. Queste sono efficacissime e calzano a pennello, anche se la ricerca di me stessa mirava a capire chi fossi veramente e cosa desiderassi nella vita. Ma pur sempre di ricerca di se stessi si tratta!

Una volta scovato il malessere che in parte dipendeva da lui stesso, Francesco ha smesso di lamentarsi per passare all'azione e apportare dei cambiamenti nella sua vita.
E ancora una volta, lasciatemelo dire, mi sono immedesimata molto con il protagonista: anch'io mi sono resa conto che dovevo agire e così ho fatto. Basta rimandare o sperare che tutto si risolvesse da sé, come avevo fatto erroneamente in passato. No. Ho affrontato la questione di petto (non senza dolore e sofferenza), ma questo mi è sicuramente servito perché finalmente ho capito chi sono, cosa voglio e in che direzione voglio andare. Come lui, volevo gridare al mondo le cose che avevo scoperto di me. Ma forse non esistono parole sufficienti a dare un'idea di questa consapevolezza: "Sono cose che puoi capire solo vivendole".
Posso solo dire che, anche per me, l'incontro decisivo con me stessa mi ha veramente cambiato, guarendomi dalle mie ansie e dalle mie paure. Il mio errore sicuramente è stato di aver rimandato questo incontro, di aver sperato che tutto si risolvesse da sé o che sparisse magicamente come in una bolla di sapone. Lo ammetto: ho sbagliato, mi è mancato il coraggio di fare il passo. Per questo ho dovuto staccare, per capirmi e stare finalmente bene con me stessa.
Spero che lui possa capirlo e comprendere che sono appunto cose che si possono realizzare solo vivendole insieme.

Interessante, poi, il passo in cui Volo sottolinea come, spesso, ci si trova nella condizione di sperare che il tempo passi velocemente per l'arrivo di qualcos'altro: dei diciott'anni per diventare maggiorenni ed indipendenti; del weekend per spezzare la settimana lavorativa; delle vacanze per andarsene dalla città... E invece come si cade in errore comportandosi così! "Mentre se fossi stato una persona sana, avrei dovuto vivere sperando che il tempo passasse lentamente e mi facesse invecchiare il più tardi possibile. Quanto è assurdo tutto ciò? Come si può pensare a una cosa così tremenda?" (pg. 116).

In conclusione: sicuramente Fabio Volo non è il nuovo Pirandello italiano.
Però questo libro scorre piacevolmente, mi ha regalato spunti di riflessione interessanti e anche pagine divertenti e ilari. Come quando Francesco sta facendo sesso con Giada e, sul più bello, il cane di lei va a leccargli la pianta del piede, facendolo spaventare, ammosciandolo e facendo sbattere la testa della ragazza contro la parete.
Oppure divertente questo passo a pagina 30: "E' finito il tempo di aspettare Godot, mi aveva anche detto. [...] Ma quale era la prima cosa da fare? Il primo passo? E poi, chi cazzo è 'sto Godot? Boh!". :)

Inoltre i numerosi punti d'incontro e di immedesimazione tra me e Francesco (e qui vi cito una frase tratta da "Una vita da lettore" di N. Horby: "Tutti sappiamo che probabilmente le circostanze in cui si legge sono importanti quanto il libro stesso") mi portano ad affermare che si, "È una vita che ti aspetto" mi piace molto, è stato letto in una situazione particolare e, per tutto questo, si merita 3 stelline di tutto rispetto.

lunedì 18 agosto 2008

Love Story


Romanzo piacevole e scorrevole che mi sono bevuta in una sola serata.

Viene ripreso uno dei cliché più antichi del mondo: la storia d'amore travagliata (ma nemmeno più di tanto) tra Oliver, giovane rampollo di Harvard e giocatore di hockey ad alto livello, e Jennifer, ragazza italo-americana, appassionata di musica e senza il becco di un quattrino.

I due iniziano a frequentarsi e sboccia presto l'amore, che si nasconde dietro battutine acide e pungenti. L'unico ostacolo è rappresentanto dal padre di lui, Barrett III: famoso banchiere, ricco sfondato, grande atleta del passato e che pensa di poter governare il mondo. Ovviamente il figlio sente costantemente il peso schiacciante del padre e questo si traduce in un rapporto molto freddo e distaccato tra i due.
Alla fine, quando Ollie decide di sposare la sua Jenny opponendosi al volere genitoriale, si arriva alla rottura totale tra i due.
Nonostante le ristrezze economiche in cui i due novelli sposi si trovano a vivere, la loro unione procede bene (tra i soliti alti e bassi). Poi giunge il momento della riscossa anche per Oliver: il giovane viene assunto in un importante studio legale a New York e, da poveri squattrinati costretti a tirare la cinghia per qualsiasi cosa, i coniugi Barrett diventano dei nouveaux riches.
Ormai sembra andare tutto per il verso giusto, ma poi arriva la tragedia: Jenny, nonostante i suoi 24 anni, è ammalata di leucemia e non c'è alcun modo per guarirla.

Sinceramente mi aspettavo di più da questo romanzo così tanto citato e decantato. Dai commenti letti sembra riuscire a strappare qualche lacrima a qualsiasi lettore, anche al più cinico.
Eppure a me non ha fatto questo effetto, seppure sia un periodo in cui la mia sensibilità è alla stelle. Certo, la sfortuna che si abbatte sui due innamorati è immensa, se consideriamo anche la loro giovanissima età. Però avviene tutto così velocemente, senza una sufficiente introspezione, da lasciarmi insoddisfatta e con le mie aspettative un po' deluse.

Dettagli
"Love Story"
di Erich Segal
Editore: Garzanti
Pg. 134
Data di pubblicazione: 1970

domenica 17 agosto 2008

Sull'amore di Paolo Crepet



Buongiorno a tutti.
Inauguro un nuovo blog dove principalmente mi occuperò di libri, una delle mie più grandi passioni.

Ma credo proprio che finirò anche di parlare di questioni personali, musica, basket, ambiente, fotografia.


Inizio con la recensione e il commento a "Sull'amore. Innamoramento, gelosia, eros, abbandono. Il coraggio dei sentimenti" di Paolo Crepet che ho appena finito.

Molto probabilmente se avessi saputo che Paolo Crepet è uno dei frequentatori assidui di quello schifoso salotto italiano che è "Porta a Porta", mi sarei astenuta dall'acquisto del suddetto libro.
Ma non conoscevo questo particolare. Sono entrata in libreria, in un momento di profonda tristezza, angoscia e disperazione. Il libro, in bella mostra, era lì, che mi guardava dagli scaffali quasi volesse dirmi: "si, io posso darti delle risposte ai tuoi problemi, alle tue domande". La mia vulnerabilità e lo sconto del 25% mi hanno portato all'acquisto.

Primo capitolo: alcuni paragrafi avrei potuto scriverli io, tanto rispecchiano il mio stato d'animo di quest'estate: innamorata, con un'idea in testa che non mi abbandona giorno e notte. "[...] addormentarsi con quell'immagine e ritrovarla che aspetta sul cuscino al primo battito di ciglia." (pg. 12). Nel cuore un sentimento importante, profondo che vorrebbe solo esplodere e manifestarsi per rendere felice LUI. Ma nel contempo un'incertezza totale che lui non mi capisca e non ritorni, mi lacera. Il distacco è duro da sopportare, fa soffrire terribilmente, ma, com'è noto, il dolore è inevitabile nell'amore e una piccola e magra consolazione arriva quando leggo questo: "Viene spontaneo chiedersi se non si possa proprio evitare la sofferenza da innamoramento. Si può, a condizione che si voglia evitare di vivere. Pretendere di amare senza star male è come alimentarsi attraverso una flebo: non si muore, non si vive" (pg. 23) e "Il patimento è tendere alla perfezione dell'amore attraverso le imperfezioni della nostra anima" (pg. 24). Speriamo che abbia ragione.

Il secondo capitolo è incentrato sull'eros: la sessualità di coppia e individuale, le fantasie, l'eros platonico, e tante altre sfaccettature del sesso. A mio avviso, troppa carne al fuoco e affrontata in modo troppo superficiale.

Terzo capitolo: la gelosia. Gelosia del passato, dell'ignoto, gelosia del padre nei confronti della figlia o della madre nei confronti del figlio sposato. Anche qui, troppi argomenti messi insieme e toccati solo superficialmente.
Però ho trovato qualche spunto interessante per la mia situazione: Crepet sottolinea come sia importante chiedere a se stessi quali siano le ragioni della propria insicurezza (in questo caso si tratta di insicurezze che strabordano in gelosia opprimente, mentre il mio caso è diverso). Purtroppo mi sono trovata più volte ad essere incerta su me stessa e a non sapere cosa desideravo nella vita e, sbagliando grossolanamente, non mi sono mai soffermata più di tanto per vedere meglio nella mia esistenza e capire i motivi di tali dubbi. Che stupida sono stata! Invece qualche mese fa ho preso il coraggio per andare a fondo: mi sono interrogata sulla natura di tale incertezza ed ho esaminato la mia situazione inserendola in uno sfondo più ampio (in primis i problemi scolastici e lavorativi). Finalmente ho scavato dentro di me e così ho trovato la fiducia in me stessa, ho acquisito certezze sicuramente utili e fondamentali per costruire un rapporto diverso.

Le ultime pagine sono dedicate alla separazione (in particolar modo a quella tra una coppia sposata con figli) e all'importanza della comunicazione nella coppia. Interessante la parte in cui Crepet sostiene che la capacità o l'incapacità di comunicare non sia altro che "il prodotto finale di ciò che una persona ha o non ha avuto durante la propria infanzia." (pg. 222). Se i genitori hanno saputo insegnare ai figli l'alfabeto delle emozioni, non avendo paura o vergogna di manifestare apertamente i propri sentimenti, allora i bambini riusciranno ad esprimersi emotivamente senza particolari problemi. Chi non ha potuto allenarsi in una simile palestra, però, può sviluppare tale capacità con l'amore.

Dettagli
"Sull'amore. Innamoramento, gelosia, eros, abbandono. Il coraggio dei sentimenti"
di Paolo Crepet
Editore: Einaudi
Pg. 231
Data di pubblicazione: 2006
Prezzo: 12,50 €
Related Posts with Thumbnails