"Il flâneur"
di Edmund White
di Edmund White
Chi è il flâneur?
E' colui che passeggia nelle città,"sempre senza meta, persino senza scopo... un abbandono passivo al flusso aleatorio delle strade innumerevoli e piene di sorprese."
Il flâneur, dunque, rappresenta un tipo di passeggiatore ormai molto raro; quasi nessuno può permettersi il lusso di gironzolare per una città, solo per il gusto di farlo e senza una meta precisa o un determinato scopo in testa. Anche i turisti, sebbene camminino alla scoperta di una città, sono costantemente pressati dal desiderio di vedere quel monumento o quella chiesa.
Infatti il flâneur "ha per definizione un'enorme quantità di tempo libero, è uno che può uscire la mattina o il pomeriggio per andarsene a zonzo senza meta, dato che un obiettivo specifico o un rigoroso razionamento del tempo sono antetici al vero spirito del flâneur. Un eccesso di etica del lavoro ostacola l'aspirazione a curiosare, a perlustrare, a sposare la folla." E Parigi è il luogo ideale per essere visto da questo bighellone solitario.
"[...] Parigi, terra di novità e di distrazione," è "la grande città del flâneur... quel bighellone senza meta che si perde nella folla, che non ha destinazione e va dovunque il capriccio o la curiosità dirigano i suoi passi."
"A Parigi ogni quartiere è virtualmente bello, allettante e pieno di delizie inaspettate, specialmente quelli che si aprono a ventaglio attorno alla Senna dal primo verso l'ottavo arrodissement. Questa è la Parigi classica, delimitata dall'Arco di Trionfo e dalla Torre Eiffel a ovest, e dalla Bastiglia e dal Panthéon a est. Ogni cosa all'interno di questo magico parallelogramma merita una visita a piedi, a cominciare dalle due isole sul fiume, l'Île del Cité e l'Île Saint-Louis, per poi risalire boulevard Saint-Germain.des-Prés, col suo trio di famosi locali: il ristorante Lipp e i due bar gemelli, il Flore e Les Deux Magots."
Ma quella che Edmund White ci fa scoprire non è la nota Parigi del Louvre, della Tour Eiffel e del Sacré-Coeur; ma è quella dei posticini dimenticati, remoti, medievali e dei luoghi abitati da gente che vive ai margini, come ebrei, neri, gay e arabi, che riservano un loro fascino particolare, sconosciuto ai più.
Grazie mille a Ele che mi ha regalato questo libro, sulla mia amata Parigi!
E' colui che passeggia nelle città,"sempre senza meta, persino senza scopo... un abbandono passivo al flusso aleatorio delle strade innumerevoli e piene di sorprese."
Il flâneur, dunque, rappresenta un tipo di passeggiatore ormai molto raro; quasi nessuno può permettersi il lusso di gironzolare per una città, solo per il gusto di farlo e senza una meta precisa o un determinato scopo in testa. Anche i turisti, sebbene camminino alla scoperta di una città, sono costantemente pressati dal desiderio di vedere quel monumento o quella chiesa.
Infatti il flâneur "ha per definizione un'enorme quantità di tempo libero, è uno che può uscire la mattina o il pomeriggio per andarsene a zonzo senza meta, dato che un obiettivo specifico o un rigoroso razionamento del tempo sono antetici al vero spirito del flâneur. Un eccesso di etica del lavoro ostacola l'aspirazione a curiosare, a perlustrare, a sposare la folla." E Parigi è il luogo ideale per essere visto da questo bighellone solitario.
"[...] Parigi, terra di novità e di distrazione," è "la grande città del flâneur... quel bighellone senza meta che si perde nella folla, che non ha destinazione e va dovunque il capriccio o la curiosità dirigano i suoi passi."
"A Parigi ogni quartiere è virtualmente bello, allettante e pieno di delizie inaspettate, specialmente quelli che si aprono a ventaglio attorno alla Senna dal primo verso l'ottavo arrodissement. Questa è la Parigi classica, delimitata dall'Arco di Trionfo e dalla Torre Eiffel a ovest, e dalla Bastiglia e dal Panthéon a est. Ogni cosa all'interno di questo magico parallelogramma merita una visita a piedi, a cominciare dalle due isole sul fiume, l'Île del Cité e l'Île Saint-Louis, per poi risalire boulevard Saint-Germain.des-Prés, col suo trio di famosi locali: il ristorante Lipp e i due bar gemelli, il Flore e Les Deux Magots."
Ma quella che Edmund White ci fa scoprire non è la nota Parigi del Louvre, della Tour Eiffel e del Sacré-Coeur; ma è quella dei posticini dimenticati, remoti, medievali e dei luoghi abitati da gente che vive ai margini, come ebrei, neri, gay e arabi, che riservano un loro fascino particolare, sconosciuto ai più.
Grazie mille a Ele che mi ha regalato questo libro, sulla mia amata Parigi!
Stelline:
Dettagli:
"Il flâneur"
di Edmund White
Editore: Guanda
Data di pubblicazione: 2001
Pag. 169
Prezzo: 12,00€
2 commenti:
Vi sono momenti in cui sento l'irrefrenabile bisogno di mettermi la giacca ed indossare la sciarpa, con un ritmo lento e la solennità d'un rito pagano; chiudo la porta di casa - uno, due giri di chiave - metto le mani in tasca, e parto per una camminata lunga, anarchica ed immotivata.
Respiro gli odori, immagazzino immagini per la mia labile memoria visiva, e camminando, penso.
Le definizioni generalmente mi stanno strette come una maglia di lana più piccola di due taglie, ma diciamo che "flàneur" potrebbe assomigliare a ciò che son'io.
Hai un blog molto stimolante sai?
Ciao, buona giornata
rò
grazie per il complimento... stimolante mi piace molto! ^___^
buone passeggiate da flâneur! ;)
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