venerdì 11 giugno 2010

No alla legge bavaglio!


Raccolgo l'appello di Articolo 21 e vi invito a sottoscriverlo per dire NO, NON CI STO all'ennesimo tentativo berlusconiano di tenere al guinzaglio l'informazione.
"Con la legge bavaglio si compie un autentico delitto contro lo stato di diritto. Si sta realizzando l'antico sogno della Loggia P2 di oscurare i poteri di controllo. Non basta più indignarsi, per questo è necessario promuovere immediatamente una grande, unitaria manifestazione nazionale contro la macelleria politica e sociale in atto."
Riporto alcuni passaggi del testo scritto da Giuseppe Giulietti sempre su Articolo 21, di cui condivido ogni singola parola:
Con questa norma si è cambiata la Costituzione e si è sferrato un colpo mortale al diritto di cronaca e al ruolo e alla funzione della magistratura.
Stiamo entrando a passo di carica nel nuovo regime, una sorta di repubblica presidenziale autoritaria a telecomando unificato, nella quale informazione, giustizia, sindacati, parlamento, sono ridotti a larve che formalmente potranno mantenere l’antico aspetto, ma in realtà saranno state svuotate da ogni reale funzione di contrappeso e di controllo dell’esecutivo e delle sue azioni.
[...]
Non gli basta la legge bavaglio, vuole un grande immenso bavaglio, un grande e tombale silenzio, un enorme e funereo palcoscenico sul quale possa esibirsi da solo, magari accolto da una base registrata con tanto di inni, cori, applausi.
Allora non possiamo aspettare che la nottata passi, dobbiamo accorciare i tempi, accendere i lumi, portare le torce laddove vorrebbero il buio.
Ciascuno faccia quello che può, ma non rinunci alla azione individuale.
Non restiamo in attesa del grande evento o peggio di quello che faranno o non faranno i finiani, pensiamo a quello che faremo noi.
Possiamo listare a lutto i nostri siti e i nostri blog, come ha deciso di fare Articolo 21 e come stanno facendo tanti altri aderendo alla nostra iniziativa.
Possiamo aprire i giornali con una pagina bianca, come ha scelto di fare Repubblica
Possiamo far precedere o far seguire ogni servizio radio o tv dalla scritta ”Questo servizio non potrà più essere trasmesso se e quando sarà approvata la legge bavaglio..”.
Possiamo aprire un sito all’estero, come ha deciso di fare il Fatto, per far impazzire il censore.
Possiamo impegnarci a pubblicare tutto il materiale di rilevanza sociale e di interesse pubblico, intercettazioni comprese, non solo sui siti e sui blog, ma persino sulle bacheche, sui vecchi giornali murali, sulle lenzuola, sui palcoscenici teatrali, come hanno suggerito le ragazze e i ragazzi della rete degli studenti e della unione degli universitari.
Possiamo fare e faremo mille altre cose, in Europa e in Italia, sino a quando non riusciremo a cancellare questa legge vergogna e a mandare a casa i mandanti e gli esecutori.
Per raggiungere questo obiettivo occorre, tuttavia, la capacità di riunire quanti nei partiti , nei sindacati, nelle associazioni hanno a ancora a cuore lo stato di diritto e la costituzione.
Le generose e sacrosante iniziative che noi stessi abbiamo proposto hanno bisogno di essere sostenute da un ampio, forte, unitario movimento di popolo capace di contrastare senza soluzione di continuità la macelleria sociale e quella dei diritti, i tagli e i bavagli.
Abbiamo bisogno che tutte queste azioni siano concordate e condivise, senza gelosie, senza ripicche, senza protagonismi che potrebbero rivelarsi rovinosi.
Articolo 21 lavorerà con la consueta determinazione per mettere insieme il più vasto schieramento possibile, per allargare il già grandissimo fronte che diede vita alla manifestazione del tre ottobre scorso in piazza del popolo, a Roma.
Per queste ragioni parteciperemo martedì prossimo all’ assemblea convocata dalla federazione della stampa e mercoledì 16 giugno, alle ore 18, al circolo della Camera dei deputati, via dei Campi sportivi 5, Roma, ci ritroveremo per la assemblea nazionale di articolo 21 che sarà aperta a chiunque vorrà condividere con noi questo percorso di lotta e di impegno civile.

Allora forza, rimbocchiamoci le maniche e facciamo qualcosa per cambiare la situazione!
Non possiamo stare semplicemente a guardare mentre la democrazia per cui i nostri avi hanno lottato e i nostri principali diritti vengano calpestati!
Certo non è semplice: il senso di impotenza che noi "comuni mortali" sentiamo è schiacciante; inoltre credo che ormai la maggioranza della gente sia completamente sfiduciata nei confronti di quei soggetti che, in teoria, ci dovrebbero difendere.
Anch'io, spesso, ho l'idea che sia una battaglia persa in partenza e che non posso fare niente per cambiare il corso degli eventi. Loro sono troppo potenti; io solo un pesciolino nell'oceano.
Ma forse, se davvero abbiamo a cuore la libertà di informazione di questo Paese e ci uniamo in un coro unanime, possiamo smuovere le acque. Dobbiamo almeno provarci.
Iniziamo con il mettere a lutto i nostri siti e i nostri blog, a far girare la voce sui social network, tra le nostre conoscenza, tra la gente, manifestiamo, indigniamoci pubblicamente.

Come Lorella Zanardo ricorda sul suo blog:
In questa generazione ci pentiremo non solo per le parole e le azioni odiose delle persone cattive, ma per lo spaventoso silenzio delle persone buone.

- Martin Luther King

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