domenica 6 giugno 2010

Per fortuna mi è stato prestato


La capacità straordinaria che riconosco a Fabio Volo è quella di scrivere storie e fare delle riflessioni che molto spesso coincidono con il mio vissuto e i miei stessi pensieri. Mi è accaduto con tutti i suoi libri e persino con questo suo ultimo romanzo.
Tuttavia c'è qualcosa che non mi convince in Il tempo che vorrei e che mi spinge a dargli solo 2 stelline.
Saranno le troppe citazioni di scrittori e musicisti che, per quanto interessanti e ispiratrici, alla lunga stancano e che danno all'autore un'aria di superiorità e di saccenteria, quasi come se ci volesse dire: "Guardate, io scriverò anche storie banali e spudoratamente commerciali per arrotondare lo stipendio della radio, però in realtà sono un tipo profondo e acculturato che ascolta Janis Joplin, Paul Young, Barry Manilow e The Doors, legge Blake, Huxley, Shakespeare, Hesse, Rimbaud e persino Dante e guarda film underground del cinema indipendente!".
Sarà che sembra di leggere sempre la stessa storia dello stesso protagonista afflitto dagli stessi problemi e ingarbugliato con la stessa donna.
Sarà quella patina di artificiosità che mi sembra emerga ad ogni pagina.
O sarà tutto messo questo messo insieme.

Stelline: 2

Dettagli:
"Il tempo che vorrei"
di Fabio Volo
Editore: Mondadori
Anno: 2009
Pag. 294

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