sabato 28 novembre 2009

La prima volta non si scorda mai... ma nemmeno la seconda!


Finalmente ho del tempo per dare la mia opinione e descrivere la mia esperienza al concerto dei Depeche Mode tenutosi mercoledì 25 novembre al FuturShow di Casalecchio di Reno (in provincia di Bologna).


Quello di Bologna è stato il mio secondo concerto dei DM, dopo l'appuntamento estivo a Milano.
Si è trattato in entrambi in casi di due esperienze fantastiche, ma quella di Bologna si aggiudica qualche punto in più, dovuto soprattutto alla maggiore vicinanza allo stage: ero a 3 metri scarsi di fronte alla passerella, proprio nella lunetta, per cui avevo un'ottima visuale, anche grazie al fatto di essere abbastanza alta; a Milano, invece, ero sempre nella lunetta ma mi trovavo attaccata alla transenne che dividevano il prato in due, per cui un po' lontanuccia. Per me questo è un fattore importante: più vicina sono, meglio è Smile

Rimanendo sul concerto bolognese, non posso che unirmi al coro di coloro che ne sono rimasti estasiati: un vero spettacolo!!!
Ero così felice dopo San Siro e desiderosa di rivederli quanto prima possibila che appena i biglietti per Bologna sono stati messi a disposizione mi sono fiondata sull'odiato TicketOne e ne ho preso uno. Ed ho fatto benone perché ho assistito ad uno show eccezionale. Sicuramente uno degli acquisti migliori che abbia mai fatto in vita mia.

Non sono una critica musicale, mi piace molto la musica e ne ascolto parecchia e continuamente, ma non ho le conoscenze "tecniche" per sostenere che un concerto ha fatto schifo o è stato bello per questa ragione piuttosto che un'altra.
Io mi baso solamente sulle mie sensazioni, le mie impressioni, le emozioni che il gruppo e il pubblico intero è riuscito a regalarmi; certo è che io adoro i DM dal profondo del cuore per cui faccio veramente fatica a mantenere un occhio critico e oggettivo con loro (come dicono a Napoli... ogni scarrafone è bell' a mamm' soja.. ok, loro non sono figli miei - semmai potrebbe essere il contrario! - però l'amore e la passione che nutro nei loro confronti è davvero smisurata, come quello di una mamma per i figli XD).

Ho sempre desiderato vederli dal vivo, dopo aver consumato i loro cd, dvd e foto (e ora anche libri), per cui poterli vedere ben 2 volte in un anno è stato come la realizzazione di un sogno!

Ancora adesso mi sento l'adrenalina addosso e sono veramente felice di queste 2 esperienze; felicità accompagnata ovviamente da un po' di depressione dovuta al pensiero "Chissà quando mi ricapiterà di vederli nuovamente..." Sad
Giovedì sera, mentre mi allenavo, continuavo a sospirare all
'idea che mentre io stavo tirando a canestro, nello stesso momento i DM stavano tenendo un nuovo concerto "solo" a qualche centinaio di km di distanza (lo so, sono incontentabile)...

Ma passiamo ai tre miti di Basildon: Dave riesce sempre a lasciarmi a bocca aperta (con un filetto di bava d'ordinanza... cioè, non si può pretendere diversamente se mi viene di fronte ad afferrarsi il pacco, a sculettare, a togliersi il giacchettino mostrandomi tutto quel ben di dio!!!! Lui è ben consapevole di essere un afrodisiaco umano - citando le sue stesse parole - e gli piace giocare con gli ormoni in subbuglio del pubblico femminile! Quel birbantello! Wink ). Secondo me è uno dei pochi frontman che riesce a catturare tutto il pubblico, un (bell)animale da palco, in grado di trasmettere energia pura.


Ovviamente non mi sto scordando di Martin: quell'uomo riesce sempre a commuovermi. La sua voce ha quel nonsoche che riesce sempre a portarmi sull'orlo di un pianto, mi fa emozionare come solo pochissimi altri riescono, la lacrimuccia scende inevitabile. Mi sembra quasi che quando canti, lo faccio con dolore e sofferenza e riesce a trasmettermi questi sentimenti con la sua bella voce.


Ho letto sul forum dei fan italiani dei DM (013) che alcuni non hanno apprezzato le sonorità più rock di questo concerto: io invece, da grande amante del genere rock, ho gradito parecchio e mi piaceva assai la batteria di Eigner che spaccava di brutto.
E quando Dave & Martin si sono messi a fare handbanging davanti alla batteria di Eigner, beh, mi hanno divertito! Probabilmente alcuni considerano questo cambiamento di rotta come un tradimento delle origini, del synthpop a cui i DM appartengono. A me piacciono pure così! Smile


Poi ho apprezzato la scaletta con i (pochi) cambiamenti fatti, anche se mi hanno tolto Master & Servant che è una delle mie preferitissime e ci tenevo tanto a risentirla. Pazienza!

Cose negative?
Innanzitutto il parcheggio! 9 euro!!!!! Ma sono pazzi quelli di Bologna?
In più c'era la polizia municipale in giro a fare le multe a raffica (stronzi!) come se non sapessero delle difficoltà nel trovare un parcheggio in occasione di questi eventi.
Per fortuna io & la mia amica Lu abbiamo trovato un posticino sull'erba e non ci siamo ritrovate un'amara sorpresina post-concerto.


Poi un'altra cosa che stonava sono stati i due tipi che mi sono trovata davanti e che non si sono mossi di una virgola e non hanno mai aperto bocca nemmeno per far finta di intonare una canzone! Non capisco perché personaggi di questo calibro debbano andare ai concerti. Con quale motivazione ci vanno se poi sembrano dei pali della luce (spenti)?! Per fortuna erano dei casi isolati (almeno spero); dai video che ho visto in giro il pubblico del parterre era ben movimentato e partecipe. Io sicuramente ho fatto la mia parte: ho cantato a squarciagola, ballato, partecipato alle coreografie, indossato la maschera su Wrong (anche se per poco perchè soffocavo!!! soffrivo un caldo pazzesco, nonostante fossi in canottiera!), shakerato il sedere alla Dave Razz

In 3°luogo ci sono rimasta malino che manco questa volta mi hanno concesso di sentire live I Just Can't Get Enough, nonostante il pubblico la richiamasse a gran voce.

L'ultima cosa che mi è piaciuta pochino erano le stesse scenografie e gli stessi video proiettati sul maxi schermo, ma questo particolare rappresenta davvero una briciolina insignificante nel mare di delirio e di frenesia pura che ho vissuto a Bologna!
Se avessi avuto i soldi e il tempo per andare a Torino il giorno dopo, ci sarei andata, anche da sola, facendo l'autostop, di corsa, volando. Qualsiasi cosa pur di rivederli.

Li adoro dal profondo del cuore!!! Embarassed


Se non fosse chiaro, tutto ciò che avete letto sopra è IMHO ovviamente.

Le foto del post sono quelle che ho scattato con la mia povera compatta.
Intanto io finisco di leggermi il mio più recente acquisto libraceo: Personal Jesus - Parla il vocalist dei Depeche Mode Smile

martedì 24 novembre 2009

24.11.1991 - 24.11.2009 - In memoria di Freddie Mercury

Oggi la giornata è dedicata interamente al ricordo di questo grandissimo uomo, scomparso ormai da 18 anni.

Il miglior cantante di tutti i tempi (secondo il mio punto di vista, ma credo che molti concordino con me su questo punto) con un'estensione vocale davvero invidiabile; un frontman senza eguali; un animale da palco senza freni e una presenza scenica unica; un uomo che amava il divertimento e amava far divertire; ma, allo stesso tempo, timido, riservato e geloso della sua vita privata.

Ho scoperto veramente Freddie Mercury e i Queen all'inizio delle superiori e, da allora, è nato un amore sconfinato che non ha mai perso colpi. E so con certezza che questa passione non avrà mai fine.
Non so spiegare bene quello che provo quando ascolto la stupenda voce di Freddie e quello che provo nei suoi confronti: sento di essergli attaccata in modo quasi viscerale e ciò è veramente strano visto che non l'ho mai conosciuto né ho avuto la possibilità di vederlo in azione sul palco (quando è morto avevo appena 6 anni). Eppure lo sento veramente vicino a me. Riesce a toccare le mie corde emozionali come nessun'altro cantante o gruppo. Lo sento dentro di me, nel mio cuore, nella mia mente. Non saprei spiegarlo diversamente. E' qualcosa di così personale e profondo che le parole non bastano.
So solo che lo adoro, lo amo dal profondo del cuore e che ancora piango per lui, al suo ricordo. La tristezza che provo per il fatto che se ne sia andato per sempre mi fa sempre salire le lacrime agli occhi. Ecco se c'è una cosa che ti si potrebbe rimproverare è il fatto di aver lasciato questo mondo troppo presto.

Ma non voglio scadere in particolari tristi, perché credo che a Freddie non sarebbe piaciuto essere ricordato in questo modo: un lover of life and singer of songs (come amava definirsi lui) del suo calibro deve essere celebrato e ricordato nel modo appropriato e che più gli è consono. Ovvero con tanti sorrisi, divertendosi nel vedere i suoi video, godendo della sua voce e della sua musica, vivendo a pieno la nostra vita senza sprecarne un secondo.

La scelta è vasta, ma tra le tante bellissime canzoni di Freddie & soci ho scelto quella che - secondo me - rispecchia di più l'anima di Freddie e il suo grande amore per la vita.
Si tratta di Living on my own, canzone composta da Mercury per il suo album di debutto come solista, Mr. Bad Guy, del 1985. Il video fu girato durante la festa per il trentanovesimo compleanno di Freddie Mercury nel locale Henderson's Club di Monaco che venne arredato per l'occasione secondo il personale stile del cantante. La festa di compleanno fu in maschera con tema il bianco e il nero e vi parteciparono numerosi amici del cantante. Come si può vedere è una straordinaria baraonda di divertimento, balli, fiumi di champagne, scherzi e risate (come avrei voluto parteciparvi!).
Ecco come mi piace ricordare Freddie.



Ed infine eccovi alcune belle foto del mio adoratissimo Freddie Mercury che, oltre ad essere un superbo cantante, era pure un uomo affascinante e incredibilmente sexy.

I still love you!

On air - Radio Ga Ga (Queen)

lunedì 23 novembre 2009

Mal di zucchero


William Dufty è stato uno scrittore americano ed esperto di alimentazione naturale.


Negli anni '60, l'incontro con l'attrice Gloria Swanson - che poi diventerà sua moglie - gli permette di conoscere il mondo della macrobiotica e di scoprire la nocività dello zucchero.
Proprio su quest'ultimo argomento, nel 1975 Dufty ha scritto Sugar Blues, un libro veramente sconvolgente sulla dipendenza da zucchero.
Il saggio incrocia l'autobiografia di Dufty con la storia dello zucchero - dalla sua coltivazione nell'antichità alla sua massiccia produzione odierna da parte del settore dell'industria che mira a rendere e mantenere gli americani assuefatti allo zucchero (ma suppongo che lo stesso discorso possa essere fatto anche per l'Europa) - e le motivazioni scientifiche che comprovano il fatto che questo alimento sia uno dei mali più gravi della civiltà industriale moderna.


Lo zucchero bianco o saccarosio è un dolcificante economico, ma totalmente privo di sostanze nutritive, eliminate durante il processo della raffinazione.
"Nella raffinazione della canna da zucchero o della barbabietola tutte le vitamine, compresa la C, vengono eliminate. Invece lo zucchero naturale presente nella verdura e nella frutta fresche fornisce al corpo, tra le altre cose, la vitamina C".
(pg. 83)
Lo zucchero bianco ha un alto indice glicemico; è determinante nella formazione della carie; per essere metabolizzato, ruba le vitamine del gruppo B dal nostro corpo. Quando lo assumiamo, ingeriamo solo calorie vuote.
"Lo zucchero raffinato è letale per gli esseri umani in quanto fornisce quelle che i dietologi chiamano calorie vuote o nude. Per di più, esso è peggio di niente, perché porta via al corpo vitamine ed elementi minerali preziosi e la sua digestione, detossificazione ed eliminazione impongono una grave richiesta all'intero organismo. [...] Lo zucchero consumato ogni giorno causa una condizione continua di iperacidità e occorrono sempre più minerali, da riserve sempre più profonde nel corpo nel tentativo di correggere lo squilibrio. Infine, per proteggere il sangue, viene tolto così tanto calcio dalle ossa e dai denti che comincia un decadimento e un indebolimento generale.".
(pg. 162)
Di conseguenza, la sua eliminazione dalla nostra dieta rappresenta un passo positivo sia per il benessere fisico che per quello mentale.
Sul mercato esistono diverse alternative migliori dal punto di vista nutritivo e qualitativo (ad esempio: la stevia e il malto).


Il problema, però, è più vasto perché non è sufficiente smettere di zuccherare il caffè del mattino o il thé delle 5 di pomeriggio.
Bisogna fare attenzione anche a tutti gli alimentari da supermercato che molto (troppo) spesso nascondono, insidiosi, il malefico zucchero tra i loro ingredienti. Inoltre "i diversi nomi dati allo zucchero raffinato complicano ancora di più la questione" (il destrosio è uno di questi).
Ergo, bisognerebbe prendere l'abitudine di leggere attentamente gli ingredienti dei prodotti che intendiamo acquistare, ricordando che questi sono elencati sulle etichette in ordine decrescente il base al loro peso.


Questo discorso deve essere ampliato per inglobare tutti gli alimenti di cui ci cibiamo: adottare una dieta più semplice, eliminando tutti i prodotti raffinati, permetterebbe a chiunque di vivere meglio e di essere più in salute, prevenendo l'insorgere di fastidiose patologie e malattie.


Consigliato!

Dettagli:
"Sugar Blues - Il mal di zucchero - Edizione aggiornata e ampliata"
di William Dufty
Editore: Macro Edizioni
Anno: 2005
Pag. 328
Prezzo: 13,50€

domenica 15 novembre 2009

Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte


Una piccola gemma di libro

Ho iniziato il libro di Mark Haddon consigliatomi da Mercury85 di Anobii per la [Lettura collettiva del Ghetto] NOVEMBRE - Noi del Ghetto dei Lettori nella notte del primo novembre e l'ho terminato nella notte del 2 novembre.
Da ciò si deduce facilmente quando Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte mi abbia preso!!! Mi è stato impossibile smettere di leggerlo e ho sfruttato ogni momento per proseguire con la lettura.

Questo romanzo/giallo è raccontato in prima persona da Christopher Boone, quindicenne inglese affetto dalla sindrome di Asperger, un disordine pervasivo dello sviluppo apparentato con l'autismo, con diversi problemi comportamentali. Ad esempio, può non rivolgere la parola a nessuno per tantissimo tempo, così come non bere e mangiare a lungo. Detesta tutto ciò che è giallo e marrone e non tollera di essere toccato da altre persone.
Nonostante questi problemi, Christopher è un ragazzo molto intelligente e con una logica ferrea. E' in grado di risolvere complicatissimi problemi di matematica e conosce le più difficili leggi della fisica.
Quando il ragazzo trova Wellington, il cane di una vicina, ammazzato con un forcone, decide di svolgere delle indagini per scoprire l'autore del feroce gesto. Le sue ricerche lo porteranno a vivere un'avventura straordinaria e al tempo stesso terrificante, al di fuori della solita vita a Swindon.
Inoltre, con la sua scrittura, Haddon riesce ad aprire gli occhi sulle difficoltà e sulle gioie di vivere insieme a una persona che soffre della sindrome di Asperger.

Una citazione dal libro che mi è piaciuta e che condivido in pieno:
Penso che le persone credano nell'aldilà perché detestano l'idea di morire, perché vogliono continuare a vivere e odiano pensare che gli altri loro simili possano trasferirsi in casa loro e buttare tutte le loro cose nel bidone della spazzatura.
Ringrazio il Lancio per questo bellissimo regalo di compleanno!!!

Stelline: 5

Dettagli:
"Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte"
di Mark Haddon
Editore: Einaudi
Anno: 2003
Pag. 247

lunedì 2 novembre 2009

Citazioni da Leggere Lolita a Teheran


Alcune (delle tante!) citazioni che ho ritenuto interessanti e degne di una bella sottolineatura a matita tratte dal libro Leggere Lolita a Teheran di Azar Nafisi:

La migliore letteratura ci costringe sempre a interrogarci su ciò che tenderemmo a dare per scontato e mette in discussione tradizioni, credenze che sembravano incrollabili. Invitai i miei studenti a leggere i testi che avrei loro assegnato soffermandosi sempre a riflettere sul modo in cui li scombussolavano, li turbavano, li costringevano a guardare il mondo, come fa Alice nel paese delle meraviglie, con occhi diversi.
(pg. 118)

Un grande romanzo acuisce le vostre percezioni, vi fa sentire la complessità della vita e degli individui, e vi difende dall'ipocrita certezza nella validità delle vostre opinioni, nella morale a compartimenti stagni.
(pg. 160)

Eravamo assetati di bellezza, in qualunque forma, anche quella di un film incomprensibile, ultraintellettuale e astratto, senza sottotitoli e sfigurato dalla censura. Era già meraviglioso anche solo ritrovarsi in pubblico, per la prima volta da anni, senza paura né rabbia, in mezzo a una folla di estranei che non fosse lì per una manifestazione, un raduno di protesta, una coda per il pane o una pubblica esecuzione.
(pg. 237)

Non riesco a dirti di non affliggerti, di non ribellarti sia perché la mia immaginazione vive, a mie spese, intesissimamente ogni cosa, sia perché non sono capace di dirti di non sentire. Senti, senti, ti dico - senti con tutta te stessa. foss'anche fin quasi a morirne, perchè questo è il solo modo di vivere, specialmente di vivere in questa terribile dimensione, e il solo modo di onorare e celebrare gli esseri ammirevoli che sono il nostro orgoglio e la nostra ispirazione.
(pg. 245)

Ormai mi sono convinta che la vera democrazia non può esistere senza la libertà di immaginazione e il diritto di usufruire liberamente delle opere di fantasia. Per vivere una vita vera, completa, bisogna avere la possibilità di dar forma ed espressione ai propri mondi privati, ai propri sogni, pensieri e desideri; bisogna che il tuo mondo privato possa sempre comunicare col mondo di tutti.
Altrimenti, come facciamo a sapere che siamo esistiti?

(pg. 372)



domenica 1 novembre 2009

Leggere Lolita a Teheran


La curiosità è insubordinazione allo stato puro

Leggere Lolita a Teheran non è semplicemente un romanzo; è anche un saggio, una critica e un'analisi letteraria, un diario, un documento sull'Iran della rivoluzione islamica.

Azar Nafisi racconta la sua esperienza di vita nell'Iran profondamente modificato a seguito della rivoluzione di Khomeini scoppiata nel 1979 e che portò all'instaurazione della repubblica islamica in Iran, di cui Khomeini divenne guida spirituale.
Da quel momento l'Iran si tramutò in una nazione logorata da una feroce repressione: molte persone vennero arrestate, giustiziate, mandate in esilio, non solamente per aver manifestato il loro dissenso nei confronti dello status quo, ma anche per motivi futili e incomprensibili. Una persona, infatti, poteva essere privata di tutto sulla base di accuse incredibili, come aver riso in pubblico o aver stretto la mano a una persona dell'altro sesso.
Si instaurò un clima di autentico terrore, dove le manifestazioni di affetto e di amore erano bandite e punite severamente, e di profondo odio contro tutto l'Occidente, considerato come il luogo della perdizione, della mancanza di valori e di una morale.
"Vivevamo in una cultura che negava qualsiasi valore alle opere letterarie, a meno che non servissero a sostenere qualcosa che sembrava più importante: l'ideologia. Il nostro era un paese dove tutti i gesti, anche quelli più privati, venivano interpretati in chiave politica."
(pg. 41)
Cosa rimane ad Azar, brillante docente universitaria di letteratura inglese?
Incapace di piegarsi al giogo della dittatura islamica e di accettare la trasformazione che le veniva imposta dall'alto e che, se si guardava allo specchio, la portava a odiare l'estranea che era diventata, Azar si rinchiude sempre più in se stessa e nel suo grande amore: la letteratura.
"Se mi rivolsi ai libri fu perché erano l'unico rifugio che conoscevo, ciò di cui avevo bisogno per sopravvivere, per porteggere una parte di me stessa che sentivo sempre più in pericolo."
(pg. 199)
Ritiratasi dalla vita accademica, crea un seminario segreto per poche studentesse dove potersi confrontare sui grandi romanzi occidentali, come Lolita di Nabokov, Orgoglio e pregiudizio della Austen, Il grande Gatsby di Fitzgerald e Daisy Miller di Henry James.
Questo seminario "era un tentativo di sottrarsi per qualche ora alla settimana allo sguardo del censore cieco. In quel soggiorno ci riscoprimmo essere umani dotati di vita propria; e poca importava quanto fosse diventato repressivo lo Stato, quanto ci sentissimo impaurite e intimidite; come Lolita tentavamo di fuggire e di creare un nostro piccolo spazio di libertà. E come Lolita sfruttavamo ogni occasione per esibire la nostra insubordinazione: lasciando spuntare una ciocca di capelli dal velo, insinuando un po' di colore nella smorta uniformità delle nostre divise, facendoci crescere le unghie, innamorandoci e ascoltando musica proibita."
Le grandi, bellissime e perfette opere di questi autori rappresentano una via di fuga dalla mediocrità e dallo squallore della realtà in cui queste ragazze si trovano a vivere.
Ed è interessante vedere il parallelismo che si crea spesso tra le storie di questi romanzi e la vita di Azar, Manna, Mitra e compagne in Iran.
Come Daisy Miller e Elizabeth Bennet, queste giovani iraniane sfidano le convenzioni del loro Paese e si rifiutano di obbedire agli ordini.
Come Lolita cercano di fuggire al loro carceriere e di crearsi la loro bolla di libertà e di felicità.

Questo libro mi ha permesso di conoscere un po' più a fondo il mondo islamico; una realtà a noi ormai tanto vicina, ma popolata di pregiudizi, di luoghi comuni e di tanta ignoranza.
Inoltre mi ha fatto capire l'importanza di non rinunciare mai alla propria libertà e all'immaginazione e di continuare sempre, nonostante le ansie, i timori e le insicurezze, a ricercare la libertà, l'amore e la bellezza della vita.
"Viva più pienamente che può; non vivere è un errore. Non importa quello che fa in particolare, purché lei abbia la sua vita. Se non avrà avuto questo, che cosa avrà avuto? ... Io sono troppo vecchio; troppo vecchio, almeno, per ciò che vedo ... Ciò che è perduto è perduto; stia certo ... Pure, si ha l'illusione della libertà; quindi non si trovi, come me, senza la memoria di quest'illusione. Io sono stato, al momento buono, non so se troppo stupido o troppo intelligente per serbarla, e adesso non faccio che reagire a quello sbaglio ... Perché è stato uno sbaglio. Lei viva, viva!"
Stelline: 5

Dettagli:
"Leggere Lolita a Teheran"
di Azar Nafisi
Editore: Adelphi
Anno: 2004
Pag. 379

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