lunedì 30 gennaio 2012

Propositi per il 2012? Alla buon'ora!

Foto © Newsusacontent

Con la mia proverbiale tempestività, vi propino un post originalissimo da inizio anno: i miei propositi per il 2012. Wowza! Sicuramente non sono interessanti come quelli di Marilyn Monroe (ecco, dopo appena due righe avrete già abbandonato questo post per fiondarvi sul fantastico sito Lists of Note), ma — vabbeh — ora.
Li trovate riassunti anche su 43Things, insieme ai miei progress periodici (scritti in inglese) sull'andamento effettivo di tali propositi.

Siete pronti?!
  1. non comprare libri per tutto il 2012: sì, forse state pensando a un bel "WTF?!" dato questo è un blog dedicato ai libri. Il punto è che nella mia libreria giacciono 128 libri mai letti. 128. E lasciatelo dire a me questa volta: WTF! Sono troppissimi e anche se sono riuscita a piazzarne alcuni a prezzi scontati e tramite scambio (a proposito, se siete interessati date un'occhio alla mia lista) ne rimane ancora una vagonata infinita.

    Quindi per questo 2012 ho deciso di mettere un freno al mio bookaholicismo autorecludendomi in una rehab (immaginaria) per un percorso di disintossicazione lungo 1 anno.
    Innanzitutto sarà fondamentale evitare i luoghi di perdizione (Feltrinelli, FNAC & Co.) per non cadere in tentazione e scongiurare il presentarsi dei classici sintomi da crisi d'astinenza: mani tremanti e incontrollabili che bramano pagine immacolate da sfogliare; sguardo in trance, perso tra gli scaffali; vocina gongolante nello sfogliare quel libro di cucina illustrato in modo eccezionale oppure per aver scovato il libro di quella blogger di cui hai sentito parlare tanto bene; portafoglio che si apre facile facile.
    Vietate anche le bancarelle, le librerie dell'usato e le sterminate librerie online.

    Ovviamente dovrò cercare di rendere meno dolorosa cotanta morigeratezza e questo sarà possibile rifugiandomi nel sacro tempio del libro: la biblioteca! E manco mi avesse letto nel pensiero, la biblioteca di Crema resterà aperta per diversi mesi anche di domenica. Yeehaw!!!
    Infine se proprio non troverò il modo di ottenere un libro senza cui la mia vita perderebbe completamente senso, solo allora sgancierò i soldi per comprarlo. Ma spero questo accada raramente in tutto l'arco del 2012.

    Al momento il trattamento detox funziana alla grande. Nessun nuovo libro acquistato, ma solo scambi fruttuosi con altri Anobiiani: grazie a loro ho tra le mani nuovi libri fantastici (come Bar Sport e Pane e tempesta di Stefano Benni)  e di liberarmi di alcuni volumi indesiderati.
    Senza contare le numerose letture gratis possibili grazie alla biblioteca: Make Up Delight, Colazione da Starbucks e Torta al caramello in paradiso

  2. fotografare in analogico: non ho gettato in discarica la mia fedele D90, sia chiaro! Però voglio provare a capire più fondo il mondo della fotografia e credo che l'uso della pellicola mi possa aiutare in questo, "costringendo" il cervello a pensare più attentamente prima di fare click!

  3. mangiare vegetariano almeno una volta alla settimana: non so se l'ho mai confessato su queste pagine, ma in un passato — nemmeno tanto lontano — sono stata vegetariana. Per due anni. Poi una forza di volontà non proprio inscalfibile, una passione sfrenata per il cibo e la sperimentazione gastronomica, e una mamma poco collaborativa.
    Ho vissuto questo abbandono come una sconfitta e molto spesso mi ritrovo a pensare "quanto vorrei essere abbastanza forte da riprendere l'alimentazione vegetariana". Purtroppo le condizioni che mi hanno portato lontano da quella strada non sono cambiate e andrei incontro a un nuovo fallimento. Ma posso sforzarmi di fare il possibile per fare delle scelte alimentari più oculate: già la mia colazione è quasi sempre vegan (yuppy!) e almeno due giorni alla settimana sono vegetariani!

  4. tenere un diario dei consumi: ora che finalmente ho uno stipendio assicurato (beh, almeno per un anno) e che ci sono dei cambiamenti in atto (ma di questo ve ne parlerò a tempo debito), è il momento di diventare ancora più attenta... ai movimenti di portafoglio!
E quali sono invece le vostre resolution?

venerdì 27 gennaio 2012

I link della settimana #1

Oggi inauguro una nuova rubrica!
Mmmm... No, alt. Questo blog è sempre stato votato all'anarchia totale e non ha mai avuto rubriche. Quindi mi correggo: oggi inauguro la prima rubrica di Quarte di copertina!

Niente di trascedentale, intendiamoci. Si tratta di segnalare i migliori articoli letti durante la settimana secondo il mio indiscutibile giudizio e che credo possano aiutare il mio folto pubblico (LOL) e la sottoscritta a sviluppare maggiore consapevolezza e senso di responsabilità.
Si tratta di una rubrica a cadenza settimanale, pubblicata tendenzialmente il venerdì per lasciarvi il tempo di digerire articoli, foto e video durante il weekend.
Quindi, siore e siori, ecco il primo appuntamento con I link della settimana.

Iniziamo con La felicità non si compra (si vive) del blog Accademia felicità.
Il concetto è semplice, antico come le montagne ma spesso dimenticato: le esperienze vissute con parenti, amici, compagni di vita (ma anche in solitaria, aggiungerei) valgono più di un gioiello di Tiffany's o di un cappotto Max Mara. Lo conferma una ricerca svolta presso la Cornell University (Ithaca, USA) in cui si sostiene che "l’83% della popolazione quando pensa a qualcosa di bello pensa al concerto a cui è andata e alle cene con gli amici piuttosto che a vestiti o gadget che ha acquistato."
In effetti se ripenso ai momenti più felici del passato non mi viene in mente la Barbie-vitino-da-vespa ricevuta a Santa Lucia o gli acquisti in serie all'outlet. Piuttosto sorrido pensando a quando mio papà mi caricava sulle sue spalle per portarmi a letto e mi raccontava le sue storie sull'asinello Giulietto ♥ o mi perdo nella nostalgia che mi assale ripensando al primo indimenticabile concerto degli U2 con Marco.
Ora mi rivolgo a voi: cosa vi rende più felici?

Passiamo al cibo e a una recensione – pubblicata su Il Pasto nudo – di un libro entrato subito nella mia lista dei desideri: “Cioccolato amaro – Il lato oscuro del dolce più seducente” di Carol Off.
Credo che tutti voi siate a conoscenza delle oscure vicende legate alla produzione del cacao, alimento tanto amato quanto conteso. Ma scommetto che pochi di voi si siano presi la briga di andare a fondo. Io in primis. Questo libro ci permetterà di correre ai ripari e di avere un quadro completo sui retroscena del cacao dato che la "Off comincia dagli albori e ci racconta come la storia del cacao sia stata intrisa di ingiustizie e discriminazioni, sfruttamento e criminalità".
In estrema sintesi: W il cioccolato equo&solidale! e pollice basso per le multinazionali schiavizzatrici.

Ecco un'infografica interessante e demoralizzate su quanto territorio italiano è stato mangiato dal cemento negli ultimi 10 anni.
Dati sconfortanti per chi, come la sottoscritta, ha un nodo alla gola quando vede una rete arancio-elettrico in un campo (= nuova colata di cemento in arrivo) o viene preso dallo sconfornto quando attraversa interi quartieri senza l'ombra di un giardino pubblico, di un albero o anche solo di un'aiuola di tulipani.

Infine due video:
  1. il primo racconta di un progetto molto interessante che mi piacerebbe tanto replicare anche nel mio territorio: Tree planting at Whitehead nell'Irlanda del Nord, la zona con meno alberi dell'Europa (e chi l'avrebbe detto? Io no!).
    Piantare tanti alberi
    – possibilmente autoctoni o creare un gruppo di guerrilla gardening per dare ossigeno e rendere meno triste le distese di cemento: un sogno!
  2. il secondo – girato da Nemesi Animale – riguarda le Uova Bruzzese (Una storia di ordinaria sofferenza). Pensavate che gli allevamenti intensivi esistessero solo negli sterminati spazi degli Stati Uniti? Vi sbagliate di grosso. Ecco cosa succede nella "ditta Bruzzese di Olgiate Olona (Varese), una delle principali produttrici di uova della Lombardia, con 200.000 galline ovaiole detenute in condizioni vergognose, in pessime condizioni di vita e d'igiene".
    Cosa possiamo fare per non essere complici? Se proprio non riuscite a vivere senza uova,
    davanti agli scaffali del supermercato ricordatevi la classificazione illustrata nell'immagine e cercate di acquistare sempre e solo uova con codice 0! 
(foto trovata sulla fanpage di LAV Milano)
È antropomorfismo provare a immaginarsi dentro la gabbia di un animale d’allevamento? E antropodiniego non farlo? Una gabbia per galline ovaiole concede in genere a ogni animale una superficie all’incirca di quattro decimetri quadrati: uno spazio grande poco meno di un foglio A4. Le gabbie sono accatastate in pile da tre a nove — il Giappone detiene il record d’altezza per le gabbie di batteria, con pile di diciotto gabbie — in capannoni privi di finestre. Entra mentalmente in un ascensore affollato, un ascensore così affollato che non riesci a girarti senza sbattere (esasperandolo) contro il tuo vicino. Un ascensore così affollato che spesso rimani sollevato a mezz’aria. Il che è una specie di benedizione, perché il pavimento inclinato è fatto di fil di ferro che ti sega i piedi. Dopo un pò quelli che stanno nell’ascensore perderanno la capacità di lavorare nell’interesse del gruppo. Alcuni diventeranno violenti, altri impazziranno. Qualcuno, privato di cibo e speranza, si volgerà al cannibalismo. Non c’è tregua, non c’è sollievo. Non arriverà nessun addetto a riparare l’ascensore. Le porte si apriranno una sola volta, al termine della tua vita, per portarti nell’unico posto peggiore…
da Se niente importa di Jonathan Foer

mercoledì 25 gennaio 2012

Torta al caramello in paradiso


Immagino Elmwood Springs come un piccolo paese immerso in una sterminata campagna coltivata a campi di soia e grano, e punteggiata qua e là da fattorie e da grandi querce. Questa minuscola città si sviluppa lungo un'unica arteria stradale, dove si avvicendano le tipiche case americane costruite con assi di legno bianche, circondate da prati inglesi perfettamente curati e separate le une dalle altre da steccati bianchi.
Ovviamente qui tutti conoscono tutti e lo sport preferito dalla comunità è lo scambio settimanale di gossip sotto i caschi della parrucchiera Tot.

Il personaggio più amato di questa cittadina è Elner Shimfissle, un'ultra novantenne che un po' mi ricorda mia nonna materna*: "una vecchia signora dalla scorza dura, già caduta più volte rovinosamente, e sempre sopravvissuta per raccontarlo. [...] la vecchietta era tosta e sotto diversi aspetti."

Una una mattina, Elner, incurante della sua stazza e della sua età, decide di salire sul suo albero di fichi e... cade pericolosamente all'indietro, perdendo i sensi. Alla notizia della zia ricoverata d'urgenza in ospedale, la nipote Norma  che per tutto il romanzo ha avuto per me le fattezze di Kathy Bates/Evelyn Couch  si fa immediatamente venire un colpo apoplettico e un attacco d'ansia.
Figuratevi la sua reazione quando il dottore le comunica che la povera zietta è deceduta; ma soprattutto quando, presentadosi al suo capezzale, Elner riapre gli occhi, si mette comoda sul lettino e comincia a parlare.
La notizia della morte e risurrezione di Elner rimbalza anche a Elmwood Springs creando prima sconforto e una corsa di solidarietà a sostegno dei familiari di Elner, e poi sbigottimento e felicità: Elner è ancora viva e continuerà a deliziare la vita di tutti gli abitanti del paese, con la sua semplicità, la sua schiettezza e la sua dolcezza!

Ma cosa sarà successo a Elner in quelle ore di assenza dal pianeta Terra? Che si sia trattato solamente di uno dei suoi scherzi da inguaribile giocherellona?
Eppure il medico che l'aveva accolta in ospedale aveva fatto tutti i tentativi possibili per rianimarla e l'elettroencefalogramma piatto non poteva lasciare dubbi sulla sua morte clinica.

Non vi rovinerò il piacere di scoprire quale incredibile viaggio ha compiuto Elner.
Sappiate però che il ritorno di Elner nel mondo dei vivi porterà tanti cambiamenti positivi nella cittadina di Elmwood Springs, risvegliando animi addormentati e infondendo coraggio alle persone rassegnate.


Dulcis in fundo — è proprio il caso di dirlo — a fine libro trovate le ricette dei piatti citati all'interno di Torta al caramello in paradiso: la torta al caramello paradisiaca di Neighbor Dorothy; il pane al mais della signora McWilliams; le uova alla diavola di Louise Franks; la torta Bundt di Irene Goodnight; il fegato con cipolle di zia Elner; lo sformato di fagiolini di Irene Goodnight; il formaggio al peperone di Norma; la torta di noci di zia Elner.

Evviva la gustosa e pesante cucina made in USA!
Ed evviva i libri-coccola per lo spirito come Torta al caramello in paradiso!

oggi la nonna Teresa compie 90 anni! Auguri nonna! Continua così!


Dettagli
"Torta al caramello in paradiso"
di Fannie Flagg
Editore: Sonzogno Editore
Data di pubblicazione: 2007
Pag. 372
Prezzo: 17,50€

martedì 17 gennaio 2012

Almeno 7 motivi per leggere un libro


Traduzione per i non anglofili:
  • batterie a durata infinita
  • le pagine si caricano sempre
  • gestione dei diritti digitali gratuita
  • nessun pericolo di perdere i propri dati
  • immune da virus
  • compatibile con tutti i tipi di mani e di occhi
  • resistente alle vibrazioni e ai colpi - Dai, lancialo contro il muro.
Tratto da The DogHouseDiaries

lunedì 16 gennaio 2012

Colazione da Starbucks


Teheran - Tucson: biglietto di sola andata.

O almeno questo è quello che si augura Tami mentre sull'aereo che la porterà negli Stati Uniti d'America si libera del fastidioso chador. È il primo gesto di liberazione compiuto dalla giovane Tami: finalmente le strette catene della repubblica islamica dell'Iran — che per ventisette anni le hanno impedito di esprimere liberamente se stessa — cominciano a spezzarsi.

Ogni giorno passato lontano dall'odiosa patria porta con sé tantissime scoperte che le svelano un mondo nuovo e sconvolgente.
Sconvolgente è vedere bambini e bambine giocare tranquillamente insieme nel parco.
Sconvolgenti sono le ragazze vestite con magliette talmente corte da scoprire l'ombelico.
Sconvolgente è "la disinvoltura con cui uomini e donne se ne stanno seduti insieme a chiacchierare. È un lusso di cui non si rendono neppure conto" (pg. 70).
Sconvolgente è poter scherzare e ridere apertamente per strada con la disinibita Eva, senza essere braccata e incarcerata dai bassidji, la milizia religiosa iraniana. E, soprattutto, flirtare con Ike, il bel cameriere di Starbucks. 

Ma per poter rimanere nella land of opportunities, Tami deve impegnarsi in una ricerca forsennata: nei tre mesi di durata del visto, infatti, deve riuscire a trovare un marito. Sembra un'impresa impossibile in così poco tempo, ma per fortuna può contare sull'appoggio della sorella Maryam e del cognato Ardishir.
Peccato che i potenziali candidati alla mano dell'avvenente protagonista siano uno più fuori di testa dell'altro e nessuno riesce a far scoccare la scintilla nel cuore di Tami.
Così, a pochi giorni dalla scadenza del suo permesso di soggiorno, la nostra protagonista non è ancora riuscita a impalmare un ragazzo e si trova davanti all'agghiacciante realtà: ritornare in quella patria che soffoca lo spirito di ogni suo cittadino e ridiventare "la morte a passeggio" (espressione coniata da Guy de Maupassant per descrivere le donne in chador nel XIX secolo).
Il destino della povera Tami è ormai segnato... a meno che, la sua festa d'addio a Las Vegas, non le (e ci) riservi un inaspettato colpo di scena finale! 
"My country owes me nothing. It gave me, as it gives every boy and girl, a chance. It gave me schooling, independence of action, opportunity for service and honor. In no other land could a boy from a country village, without inheritance or influential."
— 
Herbert Hoover

Dettagli
"Colazione da Starbucks"
di Laura Fitzgerald
Editore: Piemme
Data di pubblicazione: 2007
Pag. 333
Prezzo: 16,90€

mercoledì 4 gennaio 2012

Zero rifiuti



Bisogna far posto a ciò che deve durare a lungo — José Martì

Consigli per il privato cittadino per rendere il mondo — o almeno gli spazi che frequentiamo — un posto più pulito, ma anche per gli amministratori pubblici (al punto che, in certi momenti, fantasticavo di essere il sindaco della mia città e di mettere in atto tutte le dritte della Correggia per far diventare Crema la città più ecologica e riciclona dello stivale!).

Ecco la premessa del libriccino: ok con il riciclo spinto, ma è meglio prevenire i rifiuti dall’inizio della catena. Infatti il sistema attuale “sfocia in troppe cose inutili prodotte, troppe scartate, troppe avanzate, troppi oggetti con una vita corta, troppi senza vero valore d’uso, troppo che non si consuma, troppi imballaggi, troppa obsolescenza”.
Con un’attenta prevezione si possono ottenere numerosi vantaggi: più salute; più legalità; più economia locale e più equità; più rispetto ambientale e sociale; più prevenzione dei rifiuti a monte; più piacere per i cinque sensi; più senso civico e cultura; più risparmio.

Perché non iniziamo noi, semplici individui, ad attuare a casa, in ufficio, in giro le pratiche corrette per ridurre i consumi superflui e gli imballaggi inutili (oltre ovviamente a separare correttamente gli inevitabili rifiuti) invece di aspettare che le direttive piovano dall'alto?
Iniziamo noi ad essere il modello da imitiamo e speriamo che le PA ci seguano a ruota, non limitandosi solo a stendere piani e progetti per la serie "tanto fumo e niente arrosto" ma attuando un comportamento esemplare, promuovendo iniziative di sensibilizzazione sul problema dei rifiuti e occupandosi dell’educazione della cittadinanza.

Non aspettiamo che, come accade troppo spesso in Italia, si arrivi a situazioni d’emergenza ingestibili (Napoli, remember? solo per citare l'esempio più noto alle cronache) per accorgersi delle cose e — forse — far smuovere qualcuno.
Be the change you want to see in the world.
E se volete approfondire l'argomento, ecco dei link utili:

Dettagli
"Zero rifiuti"
di Marinella Correggia
Editore: Altreconomia Edizioni
Data di pubblicazione: 2011
Pag. 102
Prezzo: 5€
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