venerdì 27 febbraio 2009

La guerra è un'ossessione dei vecchi che mandano i giovani a combatterla


Buongiorno!
Oggi posto il commento all'ultimo libro della sfida dei ragazzi innamorati, terminata il 14 febbraio.
Sfida dedicata a Marco, per il quale ho letto:

M - Messaggi dai maestri (Brian L. Weiss)
A - Avere o essere? (Erich Fromm
R - Ragione e sentimento (Jane Austen) 
- Conoscersi, accettarsi, migliorarsi(Omar Falworth)
- Omero, Iliade (Alessandro Baricco)
Fortunatamente nessuno dei libri scelti si è rivelato noioso, anzi tutti mi hanno regalato dei piacevoli momenti di lettura.
L'ultimo è stato proprio Omero, Iliade.


Finalmente conosco a grandi linee in cosa consista l'Iliade di Omero.
Non ho mai letto il testo originale, ma ovviamente ne ho sentito parlare spesso, senza riuscire a farmi un'idea - anche vaghissima - della storia né dei personaggi. L'unica cosa che sapevo con certezza ancora prima di leggere la prosa di Baricco era che la guerra tra Troiani e Achei è stata scatenata dal rapimento della bella Elena; ma, su tutto il resto regnava il vuoto assoluto.
Ora, invece, so finalmente orientarmi tra il dedalo di personaggi che popolano questo poema epico greco e capire - anche solo in parte - la fitta rete di relazioni che li legano: da una parte gli Achei che da ben nove anni assediano Troia, capeggiati dal re Agamennone e guidati da valorosi guerrieri come Menelao (fratello del sovrano, che brucia dal desiderio di vendicarsi di Paride, l'uomo che gli ha rubato la sposa), Ulisse, Achille, Diomede. Dall'altra, tra tutti, spiccano Ettore, Paride ed Enea. 

Tra battaglie estenuanti, vere e proprie ecatombi, possibili patti e compromessi che più volte illudono i guerrieri e feroci combattimenti a due, ormai le ostilità tra i due popoli si protraggono da quasi un decennio.
Più di una volta sembra che la guerra sia vicina alla fine, a favore prima di un popolo e poi dell'altro. Come quando i Troiani, trascinati dal superbo Ettore che, terribile, infuria come posseduto da una rabbia brutale e cieca, costringono gli avversari ad asserragliarsi entro le proprie mura. 

In realtà questa guerra infinita termina solo grazie all'ingegnoso Ulisse che convince i suoi amici a seguire il suo piano: gli Achei fingono di rinunciare alla conquista della città e di salpare per far ritorno verso la loro patria, lasciando sulla spiaggia un gigantesco cavallo di legno, dentro cui si nascondono alcuni valorosi guerrieri, tra cui lo stesso Ulisse. I troiani, pieni di speranza e di gioia per la fuga degli avversari, portano il cavallo in città come monumento alla guerra vinta. 
Di notte, gli Achei escono dal cavallo, aprono le porte della città ai propri compagni (che in realtà non si erano affatto allontanati) e iniziano la mattanza, decretando così la fine di Troia.

Come fa notare Baricco stesso nella sua postilla finale, tra quelle battaglie avvenute millenni fa e la nostra epoca non è cambiato nulla: questi sono tuttora anni di barbarie. Battaglie, assassinii, violenze, torture, decapitazioni, tradimenti. Eroismi, armi, piani strategici, volontari e ultimatum contraddistinguono la nostra realtà quotidiana, oggi come allora. 

La guerra continua ad esercitare il suo fascino sull'umanità, una bellezza infernale in quanto sembrerebbe essere l'unica possibilità per cambiare il proprio destino, per trovare la verità di se stessi, per assurgere a un'alta consapevolezza etica. Baricco, quindi, suggerisce di impegnarsi a ricercare un'altra bellezza, in sostituzione di quella indiscutibile, ma deleteria della guerra.
Questa dovrebbe essere la vera strada del pacifismo:
Dare un senso, forte alle cose senza doverle portare sotto la luce, accecante, della morte. Poter cambiare il proprio destino senza doversi impossessare di quello di un altro [...] senza dover ricorrere alla violenza; [...] incontrare se stessi nell'intensità di luoghi e momenti che non siano una trincea; conoscere l'emozione, anche la più vertiginosa, senza dover ricorrere al doping della guerra o al metadone delle piccole violenze quotidiane.
[...]
Oggi la pace è poco più che una convenienza politica: non è certo un sistema di pensiero e un modo di sentire veramente diffusi. Si considera la guerra un male da evitare, certo, ma si è ben lontani da considerarla un male assoluto: alla prima occasione, foderata di begli ideali, scendere in battaglia ridiventa velocemente un'opzione realizzabile. 
Stelline3

Dettagli
"Omero, Iliade"
di Alessandro Baricco
Editore: Feltrinelli
Data di pubblicazione: 2004
Pag. 163

sabato 21 febbraio 2009

Postcrossing


Non ho mai parlato di un mio hobby di recente nascita: il Postcrossing, un progetto di scambio di cartoline che attualmente conta oltre 82 000 utenti da tutto il mondo.
Creato nel luglio 2005 da Paulo Magalhães, il progetto Postcrossing raggiungerà presto i 2 milioni di cartoline scambiate. Questo significa oltre 4000 cartoline ricevute ogni giorno, circa 3 ogni minuto. Il sito, che comprende caratteristiche online e offline, conta oltre 82 000 utenti da 192 nazioni e cresce sempre più rapidamente.

Una delle cose interessanti di questo progetto è l’estrema semplicità di utilizzo, caratteristica che contribuisce al suo successo: un utente deve semplicemente spedire una cartolina, per riceverne a sua volta una da un utente a caso da qualche parte nel mondo.
Quando vi registrate al sito, dovete introdurre il vostro indirizzo per poter ricevere delle cartoline. Dopodiché richiedete un indirizzo a cui spedire una cartolina, assieme all’indirizzo vi viene dato un codice (postcard-ID) che identifica in maniera unica la cartolina nel sistema. Quando la cartolina arriva a destinazione, l’utente registra questo codice nel sistema, così entro pochi giorni, colui che l’ha spedita riceverà una cartolina.
Le cartoline possono anche essere scannerizzate e mostrate agli altri utenti, questa funzione è stata introdotta recentemente.

La parte più interessante dell’intero procedimento è probabilmente quello che si fa offline – scegliere la cartolina e scrivere un messaggio al destinatario. Poi la trepidante attesa di una sorpresa nella vostra bucalettere, una cartolina scritta apposta per voi, da qualche parte nel mondo.

La comunità di Postcrossing ha ampliato la parte offline del progetto, creando degli incontri che hanno luogo in diverse città del mondo. C’è persino una bella storia di una coppia che si è conosciuta grazie a Postcrossing ed oggi sono sposati e vivono in Finlandia.
Due milioni sono una quantità enorme di cartoline. Vogliamo invitarvi a celebrare con noi questo avvenimento e a contribuire al raggiungimento del prossimo milione.
Per ulteriori informazioni visitate www.postcrossing.com.
Per interviste con l’autore, potete contattarlo per e-mail webmaster@postcrossing.com.

Questo è il mio profilo su postcrossing dove potete vedere la cartoline spedite e ricevute nel 2008 e nell'anno in corso, e anche le immagini di tutte le cartoline che ho ricevuto e qualcuna di quelle spedite da me.

lunedì 16 febbraio 2009

Ragione e sentimento

"Ragione e sentimento"
di Jane Austen

Ragione e sentimento.
Vale a dire, le due sorelle Elinor e Marianne Dashwood (Margaret escludiamola subito perchè è ininfluente per lo svolgimento della storia).
Da una parte, la primogenita Elinor: ragazza semplice, chiara, composta e dotata di una eccezionale calma. Qualsiasi cosa possa accadere nella sua vita o in quella delle persone a lei care, niente sembra turbarla o agitarla. Pare che niente possa toccarla nel profondo e i suoi sentimenti difficilmente riescono a traboccare. Insondabile ed imperturbabile. Insomma, una specie di robot del '700/'800 (uff, perchè la Austen ha dato il mio nome proprio a un personaggio dotato di un self-control così estremo?!).
Dall'altra, Marianne: diciassettenne vivace, dal cuore ardente ed animata da una fervida immaginazione. Vive intensamente e pienamente sia le gioie che i dolori, proprio come la madre. E proprio per questo suo modo d'essere, così simile al mio, mi è decisamente più simpatica della sorella maggiore.

In qualunque caso, a nessuna delle due signorine Dashwood saranno risparmiate le pene e le sofferenze d'amore.
L'intelligente ed assennata Elinor vedrà farsi soffiare il suo amato Edward Ferrars da un'arrogante sgualdrina da quattro soldi di nome Lucy Steele. Chissà però che il futuro non le riservi qualche sorpresa e, magari, una piccola rivincita personale...
La bella e dolce Marianne soffrirà le pene dell'inferno a causa di Willoughby, un malscalzone spendaccione dalle mani bucate che sacrifica l'amore per un matrimonio conveniente dal punto di vista economico. E non dimentichiamoci che prima di incontrare la secondogenita delle Dashwood, questo "galantuomo" aveva ben pensato di sedurre, mettere incinta e poi abbandonare un'altra giovane ragazza. La sofferenza per l'amore perduto sarà tale per Marianne da portarla ad un passo dalla morte. Ma le sue sorti si risolleveranno e, in questo, un importante ruolo giocherà il Colonnello Brandon che sarà sempre accanto alla famiglia Dashwood con le sue mille premure.

A completare questo quadro, ci sono molti altri personaggi interessanti (in particolare quelli femminili a cui la Austen riesce sempre a dare più spessore rispetto a quelli maschili): oltre alla sopracitata Lucy Steele, abbiamo la pettegola impicciona signora Jennings; il fratellastro John Dashwood, un uomo senza spina dorsale e senza palle che si lascia soggiogare completamente da quell'arpia di sua moglie Fanny; e non dimentichiamo Lady Middleton, donna egoista ed altezzosa, le cui simpatie si basano su un solo criterio: chi sa apprezzare quelle pesti dei suoi figli verrà trattato con rispetto, mentre gli altri saranno guardati solo con immenso disprezzo.

Stelline:
Dettagli:
"Ragione e sentimento"
di Jane Austen
Editore: Newton Compton Editori
Data di pubblicazione: 1995
Pag. 252
Prezzo: 5,00€

mercoledì 11 febbraio 2009

Il 13 febbraio m'illumino di meno


Per il quinto anno consecutivo, Caterpillar (un programma di Radio2 in onda tutti i giorni dalle 18 alle 19.30) organizza per il 13 febbraio M'illumino di meno, una grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico. Dopo il successo delle passate edizioni, i conduttori Cirri e Solibello chiederanno nuovamente ai loro ascoltatori (ma anche a tutti coloro che sono sensibili all'argomento) di dimostrare che esiste un enorme, gratuito e sotto utilizzato giacimento di energia pulita: il risparmio.
Quindi, in nome del risparmio energetico e del rispetto per l'ambiene, la trasmissione invita tutti a spegnere le luci e tutti i dispositivi elettrici non indispensabili il 13 febbraio 2008 dalle ore 18.
Sul sito internet del programma è possibile segnalare la propria adesione all'iniziativa, precisando quali iniziative concrete si metteranno in atto nel corso della giornata, in modo che le idee più interessanti e innovative servano da esempio e possano essere riprodotte. Nelle precedenti edizioni, M'illumino di meno ha contagiato milioni di persone impegnate in un'allegra e coinvolgente gara etica di buone pratiche ambientali. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, società sportive, istituzioni, associazioni di volontariato, università, commercianti e artigiani hanno aderito, ciascuno a proprio modo, alla Giornata del Risparmio.
Lo scorso anno il “silenzio energetico” coinvolse simbolicamente le piazze principali in Italia e in Europa: a Roma il Colosseo, il Pantheon, la Fontana di Trevi, il Palazzo del Quirinale, Montecitorio e Palazzo Madama, a Verona l'Arena, a Torino la Basilica di Superga, a Venezia Piazza San Marco, a Firenze Palazzo Vecchio, a Napoli il Maschio Angioino, a Bologna Piazza Maggiore, a Milano il Duomo e Piazza della Scala ma anche Parigi, Londra, Vienna, Atene, Barcellona, Dublino, Edimburgo, Palma de Mallorca, Lubiana si sono “illuminate di meno”, come altre decine di città in Germania, in Spagna, in Inghilterra, in Romania.

Speriamo che anche quest'anno tante persone partecipino alla campagna e applichino le diverse dritte per il risparmio energetico
anche nei restanti 364 giorni.

lunedì 9 febbraio 2009

Il flâneur

"Il flâneur"
di Edmund White

Chi è il flâneur?
E' colui che passeggia nelle città,"sempre senza meta, persino senza scopo... un abbandono passivo al flusso aleatorio delle strade innumerevoli e piene di sorprese."
Il flâneur, dunque, rappresenta un tipo di passeggiatore ormai molto raro; quasi nessuno può permettersi il lusso di gironzolare per una città, solo per il gusto di farlo e senza una meta precisa o un determinato scopo in testa. Anche i turisti, sebbene camminino alla scoperta di una città, sono costantemente pressati dal desiderio di vedere quel monumento o quella chiesa.
Infatti il flâneur "ha per definizione un'enorme quantità di tempo libero, è uno che può uscire la mattina o il pomeriggio per andarsene a zonzo senza meta, dato che un obiettivo specifico o un rigoroso razionamento del tempo sono antetici al vero spirito del flâneur. Un eccesso di etica del lavoro ostacola l'aspirazione a curiosare, a perlustrare, a sposare la folla." E Parigi è il luogo ideale per essere visto da questo bighellone solitario.
"[...] Parigi, terra di novità e di distrazione," è "la grande città del flâneur... quel bighellone senza meta che si perde nella folla, che non ha destinazione e va dovunque il capriccio o la curiosità dirigano i suoi passi."
"A Parigi ogni quartiere è virtualmente bello, allettante e pieno di delizie inaspettate, specialmente quelli che si aprono a ventaglio attorno alla Senna dal primo verso l'ottavo arrodissement. Questa è la Parigi classica, delimitata dall'Arco di Trionfo e dalla Torre Eiffel a ovest, e dalla Bastiglia e dal Panthéon a est. Ogni cosa all'interno di questo magico parallelogramma merita una visita a piedi, a cominciare dalle due isole sul fiume, l'Île del Cité e l'Île Saint-Louis, per poi risalire boulevard Saint-Germain.des-Prés, col suo trio di famosi locali: il ristorante Lipp e i due bar gemelli, il Flore e Les Deux Magots."
Ma quella che Edmund White ci fa scoprire non è la nota Parigi del Louvre, della Tour Eiffel e del Sacré-Coeur; ma è quella dei posticini dimenticati, remoti, medievali e dei luoghi abitati da gente che vive ai margini, come ebrei, neri, gay e arabi, che riservano un loro fascino particolare, sconosciuto ai più.

Grazie mille a Ele che mi ha regalato questo libro, sulla mia amata Parigi!

Stelline:

Dettagli:
"Il flâneur"
di Edmund White
Editore: Guanda
Data di pubblicazione: 2001
Pag. 169
Prezzo: 12,00€

sabato 7 febbraio 2009

Viaggio in un delizioso paesino statunitense degli anni '20/'30



Io amo Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop, sia il libro che il film.
Quante volte l'avrò letto?
Quante volte avrò visto quel film?
Ormai ho perso il conto!

Adoro piace leggere il bollettino della signora Weems, con le sue strampalate notizie, direttamente dagli anni '20 e '30!
Mi piace lasciarmi sommergere dalle chiacchiere della nostalgica Virginia Threadgoode (conosciuta come Ninny), ospite di una casa di cura nella seconda metà degli anni '80!
Bello anche rattristarsi per la storia di sottomissione e di totale mancanza di indipendenza di Evelyn e vedere come, grazie alla dolci parole della sua nuova e anziana amica, riesca a rascattarsi e a diventare una nuova donna.
Ho una grande predilizione per Idgie... del resto come si fa a non amarla?! Adoro la sua tenacia, il suo spirito ribelle e indomito, la passione per le attività prettamente maschili, ma anche il suo gran buon cuore, la sua bontà d'animo, la sua gentilezza e il suo umorismo.

Ma ecco come si sviluppa la storia: grazie ai racconti di Ninny Threadgoode, anziana ospite di una casa di riposo di Birmingham, ci si può godere un viaggio in un mondo semplice e pulito rappresentato dalla cittadella di Whistle Stop degli anni '20 e '30. Si tratta di una località dell'Alabama e abitata da poche persone, (quasi) tutte pure di cuore, leali e piene di buoni sentimenti come Idgie Threadgoode e Ruth Jamison.
Grazie alle parole che Ninny rivolge all'infelice Evelyn Couch (siamo nella seconda metà degli anni '80) si può respirare l'atmosfera serena e gioviale che animava questo paesino, dove tutti erano amici, c'era un gran rispetto e fiducia nel prossimo.
Un posto dove nonostante la povertà e la scarsità di mezzi, si viveva felicemente solo con un salone di bellezza, un ufficio postale, una stazione ferroviaria e un bar.
Insomma potete capire che si tratta di un'atmosfera unica, forse introvabile ai nostri giorni (anche se non mancano colpi di scena e segreti pericolosi).
Nonostante tutto questo venga perso con il trascorrere del tempo, con la morte e gli allontanamenti di molti abitanti di Whistle Stop (rendendo me - e anche Evelyn - tristi e malinconiche), ci si può consolare con il pensiero che le storie della Whistle Stop degli anni '20 e '30 e dei suoi fantastici, straordinari ed unici cittadini rimarranno per sempre vive nella mia memoria e in quella di Evelyn.

Ovviamente, ogni volta che leggo questa storia mi viene in automatico fare i confronti tra la trasposizione cinematografica ed il libro: ad esempio, la differenza che è presente nelle prime pagine riguarda la morte di Buddy, uno dei tanti figli della famiglia Threadgoode.
Nel film, Buddy sta facendo la corte a Ruth durante il matrimonio di sua sorella. Buddy, Ruth (che indossa un cappello di paglia) e la piccola Idgie si allontanano dalla casa per divertirsi da soli. Mentre si trovano tutti su un ponte che passa sopra i binari ferroviari, Ruth e Buddy stanno per baciarsi ma, un colpo di vento, fa volare sui binari il cappello di paglia della ragazza. Buddy va a riprenderlo ma il suo piede rimane incastrato tra i binari e, purtroppo, non riesce a scansarsi prima dell'arrivo del treno.
Nel libro, invece, Buddy prende il cappello di paglia in prestito a Cleo (futuro marito di Virginia) e, insieme ad altri ragazzi della città, accompagna quelli delle città vicine (venuti a Whistle Stop per il picnic della chiesa battista) alla stazione.
Poi, la tragedia: "Sentimmo il treno partire e, mentre stava uscendo dalla stazione, lo udimmo fischiare. Poi frenò bruscamente fino a fermarsi e nello stesso momento la ragazza gridò. [...] seppi che si trattava di Buddy. Aveva filato per tutto il giorno con Marie Miller e, quando il treno era partito, si era messo sui binari, si era tolto il cappello e le aveva rivolto uno dei suoi sorrisi disarmanti. Era stato allora che il treno aveva fischiato. Dicono che non l'abbia nemmeno sentito arrivare."

Una nota sul particolare stile narrativo usato da Fannie Flagg: l'autrice lascia che a raccontare la storia siano diversi narratori (la signora Weems, la signora Threadgoode, ecc.). Inoltre c'è un continuo alternarsi tra passato e presente.
Personalmente queste scelte narrative non mi creano alcun problema; anzi, tutto contribuisce a creare più aspettativa e curiosità, specie quella frase buttata lì dalla signora Threadgoode riguardo all'accusa di omicidio nei confronti di Idgie.

Stelline: 5
 
Dettagli
"Pomodori verdi fritti al caffè di Whistle Stop"
di Fannie Flagg
Editore: Sonzogno
Data di pubblicazione: 1992
Pag. 363
Prezzo: 5,95€
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