Visualizzazione post con etichetta Università. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Università. Mostra tutti i post

mercoledì 13 aprile 2011

Io & Marco nel giorno della mia laurea

Questa è l'unica foto decente (e l'unica che pubblicherò sul web) tra tutte quelle scattate il 24 marzo 2011, ossia il giorno in cui mi sono laureata in Comunicazione ed editoria multimediale all'Università degli Studi di Bergamo discutendo una tesi sull'uso del social media nella comunicazione aziendale.
Sia le foto che ha fatto mio papà con la nostra compattina schifosina che quelle del fotografo realizzate con una Nikon D80 (esticazzi!) lasciano a desiderare, purtroppo.
Colpa del soggetto ovviamente.
Proprio qualche giorno prima mi ero presa un bel raffreddore con i fiocchi (qui non si nota perché la narice ridotta male era la destra) e quindi non stavo proprio al top.
E poi, non so perché e come, ma in tutte le foto ho un occhio più chiuso dell'altro. Oddio, starò mica trasformandomi nel tenente Colombo?!
Senza contare l'espressione da zombie assonnato che mi contraddistingue in tutte le fotografie. Mi era successo anche per la triennale: dopo la discussione sono caduta, in entrambe le occasioni, in uno stato narcolettico profondo, dovuto probabilmente al rilascio della tensione per la giornata importante e allo stress accumulato (oltre ai chili) nei mesi precedenti.
E poi i capelli. Cavolo, i capelli! Maledetto il parrucchiere che me li ha accorciati più del dovuto mentre io volevo mantenere la lunghezza fino alle spalle [Eleonora e i parrucchieri hanno una relazione complicata]!

Tuttavia questa foto, scattata appena dopo la discussione, mi piace: nonostante l'occhio da triglia, l'espressione è felice e soddisfatta e riflette esattamente il mio stato emotivo del momento.
E poi sono insieme al mio adorato Marco che, manco a dirlo, è uscito veramente bene. Che figo

La giornata è andata molto bene.
Dovevo essere la terza nell'ordine pubblicato sul sito dell'università, e invece sono stata la prima a discutere, verso le 10 del mattino. Nessun problema per me, anzi; via il dente via il dolore.
Al mio fianco i miei genitori, Marco e qualche amica, anche se so che altre persone erano presenti con il pensiero.
Non ero per nulla tesa e agitata e, infatti, sono riuscita tranquillamente a seguire il filo del discorso che avevo impostato e dopo - credo - un quarto d'ora era già tutto finito. Con un 105. Era il voto che mi aspettavo e quindi non ci sono state sorprese sotto questo punto di vista.
Dopo qualche fotografia nel cortile interno della sede di via Salvecchio, ho passato il resto della giornata a Bergamo Alta, godendomi i primi caldi raggi del sole e la bellezza indiscutibile di quei luoghi, e ho salutato per sempre la mia cara università.

Addio alla vita da universitaria sfattona.
Buongiorno mondo del lavoro: in Italia non sei messo bene, ma spero saprai darmi tante soddisfazioni come ne ho avute all'università.

giovedì 17 marzo 2011

Eleonora si laurea


Ecco un post per aggiornarvi sulla mia situazione attuale, dato che è passato parecchio tempo dall'ultimo.

Il principale cambiamento di questo periodo? La fine della mia carriera universitaria. Ebbene sì, sono riuscita a sostenere gli ultimi tre esami: 19 in istituzioni di economia - che mi ha rovinato la media - e 30 sia in musica per la comunicazione visiva che in cultura giapponese. E sono riuscita a terminare la stesura della tesi entro la data ultima di consegna. Così il 24 marzo discuterò la tesi dal titolo "Integrazione dei social media nella comunicazione aziendale: il caso Yooplus" nella sede di via Salvecchio a Bergamo.
Non ho ancora pronte le stampe, non ho un vestito adatto, non ho scarpe da abbinare, devo terminare il mio discorso e le stampe da distribuire alla commissione; ma credo di farcela a terminare tutto. Sono davvero gli ultimi sforzi.

Ho lavorato duramente tra le fine del 2011 e i primi tre mesi del nuovo anno per riuscire nell'intento difficile di laurearmi nella sessione primaverile.
Mi sono barcamenata con parecchie difficoltà tra la vita da pendolare milanese, il lavoro (per fortuna i colleghi sono stati comprensivi nei miei confronti), le noiose trafile burocratiche all'università, i libri, i post e le riviste da consultare, e i capitoli da riscrivere.
Ho rinunciato per oltre un mese alla mia vita sociale pur di farcela, non ho visto i miei amici per settimane e mi sono incontrata di sfuggita con Marco.
Ho smesso di fare qualsiasi attività sportiva (e infatti i chili in più non hanno tardato ad accumularsi sul mio giro vita).
Mi sono logorata per il nervosismo, l'ansia e l'angoscia di non farcela e di dover rimandare tutto a fine giugno (e dover quindi far pagare ai miei genitori la pesante seconda tassa universitaria).
Per lo stress ho persino avuto problemi all'occhio destro, al punto che non riuscivo a leggere un libro, guardare la televisione o stare al computer nemmeno per cinque minuti perché subito mi si annebbiava la vista e mi veniva una forte emicrania (io ritengo sia stato principalmente a causa dello stress, ma gli accertamenti sono ancora in corso).

Ma i miei sforzi sono stati ripagati!

Ho tanto desiderato mettere la parola fine alla mia vita accademica e potermi liberare della zavorra dello studio, ma ora che vedo finalmente la fine del "tunnel", non posso fare a meno di provare un po' di tristezza.
Mi mancherà la stupenda città di Bergamo. Mi mancherà perdermi tra le strade antiche di città alta; scoprire nuovi posti e immortalarli con la mia onnipresente compatta; respirare la quiete delle diverse sedi universitarie; frequentare le lezioni di alcuni docenti che, oltre a delle nozioni, hanno saputo trasmettermi ben altro; ammirare la stupenda vista su città bassa dalle mura venete; il pane greco con i porcini e le mascherine glassate di Carnevale del panificio Tre Soldi in via Colleoni; il pranzo nelle assolate giornate primaverili ed estive sotto il pergolato della Cooperativa Città Alta; la quiete e la solennità della biblioteca Angelo Mai; le lunghe camminate da città alta a città bassa per andare in stazione; i negozi del centro, spesso guardati solo di sfuggita per una mancanza cronica di tempo e di pecunia; la fumetteria vicino alla stazione dei treni, dove regolarmente mi rifornivo di manga.
E poi mi mancheranno le poche ma buone persone con cui ho legato veramente in sei anni di università e che, purtroppo, d'ora in poi, rivedrò raramente. Ricorderò con nostalgia le risate fatte con loro tra i banchi delle aule, la comune ricerca spasmodica dei libri, la condivisa ansia pre-esame, i consigli reciproci per affrontare al meglio i corsi, le telefonate in cerca di aiuto e di sostegno.

E so già che giovedì prossimo, una volta proclamata dottoressa, piangerò come una fontana non solo per la gioia del risultato, ma anche perché si chiuderà per sempre questo lungo e felice capitolo della mia vita.

giovedì 13 gennaio 2011

Cara MaryStar...

Mi sono imbattuta in questo video tratto dall'ultima puntata di Ballarò, dove quella simpaticona della MaryStar ha sostenuto la seguente tesi: il corso di laurea in Scienza delle comunicazioni e similia (quindi immagino finiscano nel calderone anche Lettere, Filosofia, ecc.) sono inutili e bisognerebbe favorire le conoscenze tecniche e scientifiche.

Io sono laureata in Scienze della comunicazione e attualmente sono laureanda in Comunicazione ed editoria multimediale.
Quindi avrei passato 6 anni dilettandomi nello studio di schiocchezze? Posso buttare il mio diploma di laurea direttamente nella monnezza? Non sono di nessuna utilità al sistema economico perché le aziende non se ne faranno mai niente della mia vena comunicatrice? Sono allora un essere inutile, con un bagaglio di conoscenze altrettanto inutili e non potrò mai dare il mio contributo alla crescita del PIL?
Pare che io abbia sbagliato tutto nella mia vita e non troverò mai un lavoro! Forse avrei fatto meglio a seguire il consiglio di mia mamma (ex infermiera professionale) che desiderava tanto vedermi con il camice da medico o la divisa da infermiera.
Eppure è strano perché da ottobre sto svolgendo un tirocinio dove mi occupo di creare e sviluppare strategie di comunicazione online per le imprese (toh!).

Vorrei tanto dire alla Marystar di informarsi prima di dare aria alla bocca e di annotarsi i seguenti punti:
  • innanzitutto la dicitura esatta è Scienze della comunicazione
  • una laurea può esistere solo se è funzionale alla ricerca del lavoro ed è collegata allo sviluppo delle imprese? E' sicuramente un fattore importante, ma anche la cultura generale riveste un certo peso. A meno che non si aspiri a diventare un sottoprodotto della televisione berlusconiana
  • non tutte le ragazze e i ragazzi che frequentano Scienze della comunicazione aspirano a diventare le prossime sculettanti veline di Striscia la notizia o i nuovi concorrenti dell'ennesima insulsa edizione del Grande fratello
  • lo sa che quando lei parla e scrive in qualità di Ministro dell'Istruzione sta facendo comunicazione politica e che questa è materia di studio?
  • io, tra i tanti esami dati, ho sostenuto anche economia, comunicazione pubblica e istituzionale, comunicazione aziendale. Sono insegnamenti legati al suo tanto adorato mondo dell'impresa che, senza un adeguato progetto di comunicazione, di marketing e di pubblicità, non potrebbe esistere. E' proprio sicura che i comunicatori non servano alle aziende?
  • si rende conto che la comunicazione è uno dei pilastri su cui si fonda l'impero del suo capo, alias il Banana?
  • "Questi attacchi, gratuiti e populisti, non fanno altro che denigrare il 
nostro futuro lavoro, facendosi che le aziende non paghino quanto dovuto
 per il lavoro svolto e vengano 
privilegiati laureati in economia che si occupino di marketing e in 
parte di ufficio stampa e altro" (dal post Continuano gli attacci a Scienze della Comunicazione... Stiamo tutti a guardare? di Giancarlo Camoirano)
  • ovunque, nel mondo, si sottolinea il ruolo essenziale della comunicazione, mentre in Italia sembra passare un messaggio che puzza di vecchio e stantio: l'attività manuale e fisica è il vero lavoro, mentre l'attività intellettuale è cazzeggiare
  • è consapevole che non sono solo i comunicatori a incontrare enormi difficoltà nel trovare un'occupazione, ma si tratta di un problema che assilla gli studenti di molte altre facoltà? Conosco personalmente molti architetti, geologi, letterati, linguisti, storici, economisti e filosofi precari alle prese con stage, tirocini e collaborazioni spesso sottopagati (quando va bene) o senza aver trovato un posto dal giorno della laurea. Le uniche persone che conosco e hanno un contratto a tempo indeterminato sono due mie amiche laureate rispettivamente in tecniche della riabilitazione psichiatrica e fisioterapia e i miei amici laureati in informatica. Cosa facciamo, tutti a curare i pazzi e traumi ossei oppure a programmare in C?
  • i fancazzisti non vegetano solo nelle facoltà di Scienze della comunicazione. Sono ovunque e spesso dopo il primo anno accademico mollano la barca oppure si trascinano per anni
Concludo riportando un passaggio del post di Gennaro Carotenuto, ricercatore, insegna Storia del giornalismo e dei nuovi media ed è autore di Giornalismo partecipativo. Storia critica dell’informazione al tempo di Internet:
Nelle facoltà di Scienze della Comunicazione gli studenti non si preparano solo alle professioni della comunicazione di massa, d’impresa, pubblicitaria. Apprendono a pensare la comunicazione come plurale e partecipativa. Acquisiscono strumenti che permettono loro di inventare nuovi media altri. Studiano per innovare forme, tecniche e contenuti rispetto al format da pensiero unico sul quale si regge il modello. Lavorano per fare comunicazione e informazione con la propria testa e non per compiacere qualcuno.
Nel latifondo mediatico berlusconiano si fa carriera col conformismo, l’omologazione, il servilismo. La colpa dell’Università pubblica (e delle Facoltà di Scienze della Comunicazione che Gelmini vorrebbe eliminare) è di offrire strumenti per stare con la schiena dritta ed insegnare a pensare e comunicare che esistono altre vie.

giovedì 9 dicembre 2010

Come la prima volta

Malvasia


Un veloce aggiornamento dicembrino.
Innanzitutto ho messo in atto alcune cosette che vi spiegavo nel post precedente, infatti:
  1. ho fatto il mio primo prestito di 25 dollari su Kiva a favore di Cirila Nina Paucar e le sarà d'aiuto - insieme agli altri prestiti - per comprare prodotti per la cucina del suo ristorante in Perù
  2. ho adottato un coniglio (anzi, una coniglia!) a distanza tramite l'associazione La Collina dei Conigli: si chiama Malvasia, è già madre di due piccoli di nome Noà e Merlot ed ha qualche problema con i dentoni, per cui sono felice di dare il mio piccolo contributo per sistemarla anche sotto questo punto di vista. Era stata abbandonata con i due cuccioli e il compagno da una famiglia sfrattata che si è data rapidamente alla fuga lasciandoli soli in un appartamento.
Il problema è che ora non vorrei più fermarmi e vorrei:
  1. adottare a distanza una cavia sempre tramite l'associazione La Collina dei Conigli
  2. adottare a distanza un asino tramite l'ONLUS Il Rifugio degli Asinelli. Ebbene si, un asino. Mi piacciono molto. Sarà per gli ingiusti aggettivi che solitamente vengono rifilati a questo animale che, in realtà, è simpatico e intelligente. Sarà per i racconti che mio papà mi faceva da piccolina prima di addormentarmi sugli asini (Giulio e Giulietto!) che possedeva suo zio, di come si divertiva da bambino quando lo zio lo faceva salire sul carro per guidare gli asini, di come era attaccato a questi animali. Racconti che mi sono rimasti impressi nella mente e che mi riportano con nostalgia allo spensierato periodo dell'infanzia e all'agognato momento prima delle nanna solitamente trascorso con mio papà.
Oltre alle donazioni, in questi giorni mi sto dedicando completamente alla tesi e sto proseguendo (credo abbastanza bene) con il primo capitolo che devo consegnare martedì prossimo alla prof. Spero di aver scritto cose sensate ;) Incrociate le dita per me!
Ovviamente le mie letture del momento (e dei prossimi momenti, aggiungerei) sono rivolte solo ai social media e agli esami incombenti, ma martedì ho ceduto e sono andata in biblioteca dove ho preso in prestito un romanzo di Nicholas Sparks: Come la prima volta (traduzione discutibile dell'originale The Wedding. Era così difficile scrivere semplicemente Il matrimonio?!).
Devo dire: un altro bel colpo messo a segno da Nicholas Sparks.

Wilson e Jane (figlia di Noah, protagonista del meraviglioso e struggente Le pagine della nostra vita) sono una coppia sulla cinquantina come ce ne sono tante: vivono nella tranquilla North Carolina, sono sposati da molto tempo, hanno tre splendidi figli ormai fuori casa e una vita di coppia un po' spenta.

Ma giungere a questa situazione di paludosa monotonia è normale per qualsiasi coppia dopo trent'anni di matrimonio trascorsi insieme oppure c'è ancora chi, dopo anni di gioie e dolori, è in grado di rinnovare il rapporto con qualche tocco di follia, di passione e di romanticismo?
Wilson si trova di fronte a questo difficile problema, dopo essersi dimenticato del 29° anniversario di matrimonio e aver visto la tristezza e l'amarezza sul volto della moglie. Jane lo amerà ancora oppure ormai l'amore, logorato da una lunga serie di dimenticanze imperdonabili, di feste mancate e di baci non dati, sarà stato sostituito dal semplice affetto?

Wilson teme di essere diventato come una di quelle coppie per cui lui e Jane avevano sempre provato compassione: appena sedutisi al tavolo del ristorante per cena, "tra i due cala il silenzio e li vedi sorseggiare il vino guardando fuori dalla finestra, in attesa delle portate. Quando poi queste arrivano, a volte i due si rivolgono brevemente al cameriere, ma tornano subito a rifugiarsi nei loro mondi. E per tutta la cena restano lì come un paio di perfetti sconosciuti ai quali è capitato di sedersi allo stesso tavolo, quasi che il godimento della reciproca compagnia non valesse le sforzo di parlare".

C'è qualcosa che Wilson può fare per invertire la rotta e recuperare la complicità e la passione di un tempo? Sicuramente si e da timido orso calcolatore qual'era, Wilson riuscirà a recuperare il rapporto con la sua amata Jane e a stupirla lasciandola senza fiato con un finale veramente col botto, su cui versare tante lacrime e riporre i nostri sogni romantici.

Malvasia

A quick update.
First of all I have to tell you that I've accomplished some things described in the previous post:
  1. I made my first loan on Kiva in aid of Cirila Nina Paucar for the kitchen of her restaurant in Perù
  2. I adopted at distance a rabbit through the Italian association La Collina dei Conigli: her name is Malvasia, she's the mother of Noà and Merlot and she has some problems with her teeth
The problem is that I'd like also to adopt at distance:
  1. a guinea pig always throught the association La Collina dei Conigli
  2. a donkey through the association Il Rifugio degli Asinelli
Besides that, I'm focusing completely on my thesis and next Tuesday I'm going to give the first chapter to my thesis director. Cross your fingers for me!
So, in this period, I'm just reading books about social media and for the next exams, but last week I gave in to the temptation of reading a novel so I went to the local library where I borrowed The Wedding by Nicholas Sparks, which I liked it a lot.

Wilson e Jane (the daughter of Noah, the main character of the wonderful The Notebook) are a couple about fifty like many others: they live in the peaceful North Carolina, they have been married since a long time, they have three amazing children who live outside home and a dull conjugal life.

After he has forgotten their 29° wedding anniversary, Wilson wonders if it's a normal thing for every couple in this world to become monotonous partners after almost 30 years spent together or if there's a way to relight a tired relationship. Maybe all his mistakes, his forgetfulness and his obsession with his job have destroyed his marriage and he has become a huge disappointment for Jane. Maybe she doesn't love him anymore.

He fears they have become like one of those couples that you can often see at the restaurant: "The husband might pull out a chair or collect the jackets, the wife might suggest one of the specials. And when the waiter comes, they may punctuate each other's orders with the knowledge that has been gained over a lifetime-no salt on the eggs or extra butter on the toast, for instance.
But then, once the order is placed, not a word passes between them.
Instead, they sip their drinks and glance out the window, waiting silently for their food to arrive. Once it does, they might speak to the waiter for a moment - to request a refill of coffee, for instance - but they quickly retreat to their own worlds as soon as he departs. And throughout the meal, they will sit like strangers who happen to be sharing the same table, as if they believed that the enjoyment of each other's company was more effort than it was worth. Perhaps this is an exaggeration on my part of what their lives are really like, but I've occasionally wondered what brought these couples to this point."

Is there anything that Wilson can do to change the situation and improve the relationship with her beloved Jane? Of course there's something he can do: he will be a shy clumsy person no more and will leave her wife breathless.

sabato 16 ottobre 2010

Stagista


I'm so sorry for being away from this blog, but my life has changed a lot this month.
The big news is... drum roll... I found a job! A full-time job (9 A.M. - 6 P.M.) as an intern in a private firm dealing with social media & enterprise 2.0. The company is based in Bovisa, which is a district of Milan and located within Zona 9 of the city. It's far away from my home-town: it always takes me two hours to go there and two hours to come back home. But, for the present moment, it is worth it (even if wearying).
In my (little) spare time, I try to prepare for the last 3 exams and to write my graduation thesis. I want to graduate in March 2011 and I hope to make it!

So I have a busy life now and I don't have time neither to train nor to read books for pleasure. I'm reading only books which can be useful for my thesis; luckily, these books are really interesting.

This is the last "book" I read and it's called Porn for Women by Cambridge Women's Pornography Cooperative.
Here's my review:
All that women want from their men but that they hardly get.

This is really pure porn for women: lovely pictures of handsome guys who look us in the eye and tell us unbelievable sentences like: "God, that's SO interesting. Tell me more.", "As long as I have legs to walk on, you'll NEVER have to take out the garbage." or "I know. Let's take you SHOE SHOPPING!". This is music to any girl's ears!
Wouldn't be a better world if we could have a husband/fiancé/boyfriend who, when we come home looking stressed, start a bath for us or make dinner? Who brings us flowers for no particular reason and not because he feels guilty about a misdeed? Who helps us cleaning the house and who always lifts the toilet seat when he uses it?! I think so!
The contrast between reality and desire is so strong that I couldn't help laughing hard while I was reading this little book. It was so much fun reading it!

PS: What's in this book is sexy, but, to be honest, there are other things, more physical and carnal, that turn me on much more! ;)


Mi spiace per essere stata così tanto assente dal blog, ma la mia vita è parecchio cambiata questo mese.
La notiziona è... rullo di tamburi... ho trovato un lavoro! Un lavoro a tempo pieno (dalle 9 di mattina alle 6 di sera) come stagista in un'azienda privata che si occupa di social media & enterprise 2.0. L'azienda si trova in Bovisa, un quartiere in Zona 9 a Milano. E' parecchio lontano da casa mia: faccio un viaggio di due ore sia all'andata che al ritorno. Ma, almeno per il momento, ne vale la pena (anche se è stancante).
Nel mio (poco) tempo libero, cerco di preparare gli ultimi 3 esami e di scrivere la tesi di laurea specialistica. Vorrei laurearmi a marzo 2011 e spero di farcela!

Quindi ho una vita parecchio impegnata ora e non trovo il tempo né di allenarmi né di leggere libri per mio esclusivo piacere. Sto leggendo solo libri utili per la tesi che, fortunatamente, sono interessanti.

Questo è l'ultimo "libro" che ho letto, dal titolo Porn for Women dell'associazione Cambridge Women's Pornography.
Ecco la mia recensione:
Tutto ciò che le donne vogliono dai loro uomini ma che raramente ottengono.

Questa è pornografia pure per le donne: graziose fotografie di bei figlioli che ci guardano dritto negli occhi e ci dicono frasi incredibili come: "Dio, è COSI' interessante. Parlamene ancora.", "Finché avrò gambe con cui camminare, non dovrai MAI portare fuori la spazzatura." or "Lo so. Ti porto a COMPRARE DELLE SCARPE!". Musica per le orecchie di qualsiasi donna!
Non sarebbe un mondo migliore se potessimo avere al nostro fianco un marito/fidanzato/ragazzo che, quando arriviamo a casa stanche, ci prepari un bagno o la cena? Che ci porti un mazzo di fiori senza avere una ragione in particolare e non perché si sente in colpa per qualche malefatta? Che ci aiuti a pulire la casa e che alza sempre la tavoletta del water quando lo usa?! Penso proprio di sì!
Il contrasto tra la realtà e il desiderio è così forte che non potevo fare a meno di ridere mentre leggevo questo libricino. Mi sono divertita tanto a leggerlo.

PS: Quello che c'è in questo libro è sexy, ma, sinceramente, ci sono altre cose, più fisiche e carnali, che mi "accendono" molto di più! ;)

lunedì 2 agosto 2010

L'abito di piume


Here I am again! Please forgive me for my absence, but I was doing something very important and urgent in July and which had to be accomplished at any cost, i.e. to pass publishing law!
And I've made it!
I sat for the exam last Friday and I was successful (26/30 for the record).
I was very worried because I hadn't attended classes and the 2 texts for the exam weren't the ideal books for summer, as they are full of laws and judgements.
In spite of my paranoia and my apprehension, now I can say that the summer university term is over and only 5 exams left until I graduate from my postgraduate degree.

Moreover, everything is okay also about my degree thesis, even if I don't want to go out on a limb by saying too much because I haven't my supervisor's signature yet.
So I'll be quiet as a mouse till I get her signature.

After sitting and passing the last summer exam, I spent last weekend doing funny and relaxing activities.
I slept a lot to make up for lost sleep; I read Wired (at last!); I saw my two nieces again; I went out with my friends and I had a long bicycle ride with Marco.

From today on I begin to study again, because I have to sit for Economic institutions exam on the 30th August, for Textual Semiotics exam in mid-September and for Cultural, legal and linguistic aspects of the European Union at the end of September.

And now my review of Banana Yoshimoto's Hagoromo (which means "dress of plumes") that I read in my spare time.
After 8 years, the relationship between Hotaru and a famous married photographer with offspring comes to an end.
The girl is torn and she decides to return to the place where she was born because she can't live in Tokyo anymore as this city is full of memoirs of her love story. So she moves back to her home town, surrounded by mountains, streams and fields and crossed by a magic river.
Here she finds peacefulness again, thanks to the affection of strange but special people. And as the author writes in the postscriptum, also the reader will get some benefit and will be tranquillized by this lovely story.

© Eleonora Festari - Campagna cremasca/Countryside around Crema

Rieccomi di nuovo dopo circa una settimana di silenzio. Perdonatemi ma avevo un impegno pressante che mi ha tenuta occupata per tutto il mese di luglio e che dovevo assolutamente portare a termine in modo positivo, ossia passare l'esame di diritto editoriale!
E si, ce l'ho fatta!
Ho sostenuto l'esame venerdì scorso ed è andato a buon fine fortunatamente (26 per la cronaca). Ero molto preoccupata perché avevo frequentato poco le lezioni di questo corso e, inoltre, i due libri (il manuale gigante di Diritto dell'informazione e della comunicazione di Roberto Zaccaria ed Editoria e potere amministrativo di Antonio Bertoldini) non sono esattamente il massimo come letture estive, essendo inoltre infarciti di leggi e sentenze.
Nonostante le paranoie e le paure, finalmente posso dire di aver terminato la sessione estiva e di essere a meno cinque esami dalla laurea!

Inoltre anche sul versante tesi, tutto sta procedendo abbastanza bene anche se, per ora, non voglio sbilanciarmi e dire nulla sul tema che affronterò perché - anche se ho già parlato con la professoressa che sarà la mia relatrice e ho avuto il suo benestare - manca ancora la sua firma sul documento per presentare la domanda provvisoria per la sessione di laurea di marzo 2011.
Dunque su questo argomento sarò muta come una tomba fino a quando la professoressa non mi avrà fatto i necessari autografi :)

Dopo essermi liberata dal peso dell'ultimo esame, ho passato questo weekend facendo solo attività divertenti e rilassanti!
Ho dormito tantissimo per recuperare le ore perse nelle nottate precedenti; ho letto Wired (finalmente!); ho rivisto le mie adorate nipotine; sono uscita con gli amici e ho fatto una biciclettata di circa 40 chilometri con Marco da Crema fino alle Tombe morte di Genivolta!

Da oggi però si ricomincia con lo studio, perché il 30 agosto ho l'esame di istituzioni di economia, a metà settembre l'esame di semiotica per il quale devo preparare una tesina e a fine settembre l'ultimo esame appartenente all'area giuridica, cioè aspetti culturali giuridici e linguistici dell'Unione europea.

Adesso vi saluto lasciandovi il mio commento a L'abito di piume della mia adorata Banana Yoshimoto che sono riuscita a leggere nei ritagli di tempo rubati alla preparazione di diritto editoriale.
Dopo 8 anni, la relazione tra Hotaru e un famoso fotografo sposato e con prole giunge al termine.
Dilaniata dal dolore, la ragazza lascia Tokyo, ormai troppo carica di ricordi della sua storia d'amore per continuare a viverci, e ritorna nel suo paese natale, circondato da montagne, torrenti e campi e attraversato da un fiume quasi magico.
Qui riuscirà a ritrovare la serenità perduta, circondata dall'affetto di persone un po' bizzarre ma speciali.E come la stessa Yoshimoto dichiara nel postscriptum, anche il lettore ne trarrà beneficio, sentendosi rincuorato e rasserenato da questa storia delicata: "Mi farebbe piacere se qualcuno che sta affrontando un brutto momento la leggesse e riuscisse ad alleviare le proprie sofferenze, senza pensare di trovarci dei messaggi particolari."
Stelline: 4

Dettagli:
"L'abito di piume"
di Banana Yoshimoto
Editore: Feltrinelli
Anno: 1997
Pag. 132
Prezzo: 10€

mercoledì 30 giugno 2010

Rammstein, ein Flammenmeer

28!!!
E così anche diritto della comunicazione pubblica viene archiviato. Come piccola ricompensa personale per l'ottimo risultato mi sono comprata How To Be Good (Come diventare buoni in Italia) di Nick Hornby e l'ultimo album dei miei amati Muse, The Resistance.
Ora sono a meno 6 esami alla fine della laurea specialistica. Non vedo l'ora che arrivi il momento in cui potrò contarli sulle dita di una sola mano!
Ma adesso abbandono i pensieri legati allo studio. Voglio solo riposarmi, rilassare la mente e raccogliere le energie necessarie per il grande evento di domani, ovvero il concerto dei Rammstein al Castello Scaligero a Villafranca (provincia di Verona)!
Musica durissima accompagnata da fuoco e fiamme... non vedo l'ora!

Auf Wiedersehen!



28!!!
So, I've passed law of public communications this morning! In reward for this achievement, I've bought How To Be Good by Nick Hornby and the last album by my beloved Muse, The Resistance.
Now I have other 6 exams to take and then also this 2-year secon level degree course in Communication, Information & Publishing will be over. How great it will be when I could count the last exams on the fingers of one single hand!
But for the time being I want to forget all the thoughts about university. I want to have rest, to relax my mind and to gather together because there's a big event tomorrow night: Rammstein concert at the Scaligero Castle in Villafranca di Verona (a town and comune in the province of Verona, Northern Italy)!
Industrial metal, fire and flames!
I'm looking forward to going to this concert and seeing one of my favourite bands!

Auf Wiedersehen!

venerdì 25 giugno 2010

Dreams...


It's so hard to study in those amazing and sunny summer days.
Well, to be honest, it's hard to study in any season; after all these years at university, I don't feel like studying at all.
Even if I think that I'm almost at the end of my 2-year second level degree course and that there are few exams left, it doesn't help.

In the meanwhile, I wrote a review of Candace Bushnell's Sex & the City which I read in English.

I re-start reading books in English because I'd like to attend a MA in the UK some day (probably something related to publishing, even if I think that the International Journalism MA at the City University of London is really interesting).
But to be accepted by an university of countries like the UK or the States, students whose first language is not English are required to obtain a minimum overall score of 7.0 in the IELTS English language test. Candidates must also score a minimum 7.0 in the Writing element of the IELTS test.
That's why I've started to read more books and articles in English and to watch more movies and TV series in English.
I don't know if my parents are willing to help me in this project, which is as ambitious as expensive; I don't know if I really want to take that route; if I have the courage to apply for; if I want to continue to study; if I can keep up with a MA in English and move there; if I'm not too old for a MA; if it makes sense to study publishing abroad and to look for a job in an English publisher when I'm an Italian native speaker; if I'm brave enough to be far from my family, my relatives (in particular from my nieces!), my friends, my basketball mates, from Marco. If, if, if...
For the moment being, I'm only sure that I'll try the IELTS English language test, also to understand how good (or bad) my English is.
Then we'll see...

And, finally, my review of SATC!
I can't believe this is the book which inspired the famous TV series of the same name.
I'm a huge fan of SATC: I watched (and re-watched) all the episodes of the 6 seasons and the 2 movies too. I love Carrie, Samantha, Charlotte and Miranda and I've always envied their close friendship, which has lasted for years.
But reading this book was a bitter disappointment to me.
Above all, there's no trace of their friendship: the characters who bear the names Charlotte York, Miranda Hobbes and Samantha Jones are minor. Their lives are separeted and there's no connection among them.
Do you remember what Samantha says in "SACT 2 - The movie"? She tells the other girls: "We made a deal ages ago, men, babies, doesn't matter; we're soul mates." Well, forget it!
And Carrie. Omigod! She's so shallow! She's all about boys, booze and partying. She acts like she doesn't give a damn about anything and anyone, even about friends and Mr. Big. I can't stand her at all. As Mr. Big says in the book, she's like a cyborg or something.
Now let's go back to TV series. It's so much better!

Stars: 2

Details:
"Sex and the City"
di Candace Bushnell
Publisher: Abacus
Year: 1997
245 pages
Price: 7.99£ (12,10€)


Che pesantezza studiare con queste splendide e soleggiate giornate d'estate.
Ma, a pensarci meglio, è un peso studiare e stop! Dopo tutti questi anni di università, la mia voglia di stare su libri, appunti e schemi sta rasentando i minimi storici.
Pensare che ormai sono quasi al capolinea con questa laurea specialistica e che, se l'esame di diritto della comunicazione pubblica di mercoledì prossimo andrà a buon fine, potrò dire di essere a meno 6 esami dalla laurea, non riesce a darmi forza. Niente da fare.

Nel frattempo vi propongo la mia recensione di Sex & the City di Candace Bushnell che ho letto in lingua originale (e quindi, il relativo commento è in inglese, spero di non aver fatto troppo errori e che risulti scorrevole).

Ma prima una spiegazione per questa scelta.
Il fatto di aver (ri)cominciato a leggere libri in lingua originale si inserisce all'interno di un progetto personale che è maturato da poco tempo, ovvero, frequentare un master nel Regno Unito (molto probabilmente un MA in Publishing, anche se quello in International Journalism della City University of London è estremamente interessante).
Per avere l'opportunità di essere ammessi nelle università di Paesi come la Gran Bretagna o gli USA, gli studenti non anglofoni devono sostenere lo IELTS (International English Language Testing System) e solitamente totalizzare un punteggio che si aggira sui 6.5/7 per essere ritenuti idonei. Lo IELTS è proprio un diploma appositamente progettato per chi vuole studiare o lavorare in un Paese di lingua inglese.
Non so se i miei genitori saranno disposti ad aiutarmi in questo progetto, tanto ambizioso quanto costoso; non so ancora se io voglio tentare questa impresa veramente; se avrò anche solo il coraggio di fare domanda; se ho ancora voglia di studiare per almeno un altro anno (anche se sarebbe un po' diverso dall'università - o almeno credo); se potrei essere all'altezza di frequentare un master completamente in inglese e trasferirmi là (per quanto io ami Londra e sogni di trasferirmici da quando ero ancora una bambina dalle gambe ossute e un paio di occhialoni tondi sul naso); se non sono troppo "vecchia" per il master; se ha senso studiare editoria all'estero e cercare lavoro in una case editrice inglese quando io sono di madrelingua italiana; se avrò la forza di staccarmi dalla mia famiglia (ok, mi lamento spesso dei miei genitori ma in fondo mi diverto con loro), dai miei parenti (in particolare dalle mie piccoline nipotine!), dai miei amici, dalle mie compagne di basket, da M. (anche se ci sono buone possibilità che finisca prima lui nel Regno Unito che la sottoscritta XD). Se, se, se...
Sicuramente voglio dare lo IELTS e vedere com'è messo il mio inglese.
Poi si vedrà.

Ma ecco la mia recensione di SATC!
Non posso credere che questo sia il libro che ha ispirato il famoso telefilm omonimo.
Sono una grandissima fan di SATC: ho guardato (e riguardato) tutti gli episodi delle 6 stagioni e anche i due film. Mi piacciono tantissimo Carrie, Samantha, Charlotte e Miranda e ho sempre invidiato la loro amicizia, che dura da anni.
Ma la lettura di questo libro si è rivelata una delusione.
Soprattutto, non c'è traccia della loro grande amicizia: i personaggi che portano il nome di Charlotte York, Miranda Hobbes e Samantha Jones sono secondari. Le loro vite sono separate e non c'è alcun legame tra loro.
Ricordate cosa dice Samantha nel secondo film di SACT? Dice alle altre ragazze: "Abbiamo fatto un patto secoli fa. Uomini, bambini, non importa. Siamo anime gemelle." Beh, scordatevi tutto ciò!
E Carrie. Mioddio! Così superficiale e col pensiero rivolto solo ai ragazzi, all'alcool e alle feste. Si comporta come se non abbia interesse per niente e per nessuno, nemmeno per gli amici e per Mr. Big. Non la sopporto proprio. E come Mr. Big dice nel libro, è come se fosse un cyborg o qualcosa del genere.
Sarà meglio ritornare al telefilm, che è decisamente migliore!

martedì 1 giugno 2010

News sulla mia vita accademica e vittoria sullo spot svilente di Ristora

Buongiorno a tutt*!
Oggi inizia il mese di giugno e, quindi, per me, ci si inoltra sempre di più nel torrido periodo degli esami universitari.
Martedì scorso ho sostenuto l'esame di comunicazione aziendale ed è andato benissimo: 30&lode!!!
Nel frattempo sto aspettando (ancora!) l'esito di sociologia dell'organizzazione, sostenuto il 22 aprile scorso. Ebbene si! Quasi un mese e mezzo fa e ancora nessuna notizia dal prof. Potete solo immaginare l'ansia, il nervosimo e la rabbia che ho addosso riguardo a questa questione, ma è meglio che mi trattenga almeno qui.

Ora sto preparando due esami che dovrei (il condizionale è sempre d'obbligo) sostenere a fine mese, entrambi il 30 giugno. Trattasi di musica per la comunicazione visiva e diritto per la comunicazione pubblica. Incrociate le dita per me affinché io riesca nell'impresa di prepararmi adeguatamente a tutte e due gli esami e, possibilmente, non fare una figura barbina davanti ai professori! Dato che ho una certa media accademica mi piacerebbe mantenerla visto che sono agli sgoccioli di questa specialistica :)

Nel frattempo ho terminato due libri:
  • I passi dell'amore di Nicholas Sparks: sto leggendo diversi libri di questo autore perchè ho deciso di fare tutta la sua bibliografia, anche se quest'ultimo libro non mi è piaciuto granchè! Per fortuna l'avevo preso in prestito in biblioteca! Dicono che il film è decisamente migliore del libro... Speriamo! Vi saprò dire...
  • Il corpo delle donne di Lorella Zanardo: discorso assai diverso rispetto a quello precedente. Infatti questo saggio è semplicemente stupendo ed è entrato direttamente nella mia personale top 10 dei migliori libri mai letti in vita mia. Voglio scrivere un post a riguardo anche se sarà difficile perché è un testo così denso e pieno di spunti che sarà una vera impresa rendere la sua bellezza, la sua complessità, la sua forza, la sua capacità di fa riflettere, di consapevolizzarsi e di ispirare. Nel frattempo vi consiglio di comprarlo.

Restando in tema di corpo delle donne, vi sarete accorti che negli ultima tempi scrivo molto su questo tema, diffondendo anche iniziative di protesta contro quelle aziende che in televisione, (ma anche attraverso altri mass media, come le affisioni) strumentalizzano la figura femminile per vendere qualsiasi prodotto, servizio o per alzare l'audience di un programma.
Mi sono resa conto - grazie soprattutto a Lorella Zanardo, al suo documentario, al suo blog e al suo libro - che il fatto di non guardare la televisione (perché ciò che viene trasmesso mi schifa e perché consapevole del degrado della programmazione televisiva nazionale) non deve portarmi all'errata scleta di disinteressarmene completamente.
Voglio collaborare nel mio piccolo a creare "nuovi occhi per la tv" perché ci sono molte persone che non si rendono conto dei modelli errati (soprattutto riguardanti la donna) creati dalla TV e della pochezza e della banalità della maggior parte dei programmi.
Non voglio più lasciar scorrere: voglio essere attiva, darmi da fare, protestare, combattere, far sentire la mia voce di donna stanca dello sguardo voyeuristico, invasivo e volgare di questa televisione, indignata di fronte alla rappresentazione della donna come prodotto, come decorazione ornamentale, come bambolina tanto bella quanto muta.

Citando Lorella Zanardo:
"Serve passare dalla teoria alla pratica. Serve un atteggiamento attivo e non passivo. Serve far rispettare le regole che già esistono. Serve non accettare sempre e comunque il pensiero dominante."
(pg. 47)

E oggi vorrei riportarvi un'iniziativa che è andata a buon fine, ovvero quella contro Ristora, che ha realizzato un messaggio promozionale andata in onda durante il programma Ciao Darwin, che vede protagonista Paolo Bonolis e la cameriera Addolorata.
Insieme a tante altre persone ho scritto all'azienda in questione per protestare contro questo spot che presenta una donna, ancora una volta vestita con abiti succinti con il palese obiettivo di far cadere l'occhio proprio sul suo decoltè (c'è da chiedersi perché questa scelta assurda visto che ciò che viene pubblicizzato non è un capo di biancheria intima, bensì un tè! Ce n'era veramente bisogno?), che ricopre il ruolo di una serva muta e asservita all'uomo/padrone parlante.
Insomma, l'ennesima pubblicità che va ad aggiungersi alla sconfortante serie di spot e immagini televisive che mostrano un'immagine svilente e denigrativa della donna.
Ho invitato l'azienda a riflettere sui motivi di questa protesta e del relativo boicottaggio, dovuti soprattutto alla stanchezza, sempre più diffusa tra la gente, di fronte a certe immagini proposte dalla tv odierna, che mirano alla mera strumentalizzazione della figura femminile.
Un'immagine che è stata ben descritta da Pasolini anni fa, ma che purtroppo risulta ancora oggi di terribile attualità:
"...qui la donna è considerata a tutti gli effetti un essere inferiore: viene delegata a incarichi d'importanza minima. Come per esempio informare dei programmi della giornata; ed è costretta a farlo in modo mostruoso, cioè con femminilità. Ne risulta una specie di puttana che lancia al pubblico sorrisi di imbarazzante complicità e fa laidi occhietti."
Ieri la bella notizia data dalla Sede Nazionale dell'UDI che ha ricevuto un'email da Giuseppe Bisi della Prontofoods s.p.a., ditta produttrice del tè Ristora, il quale si è scusato per la loro telepromozione e che afferma che non era loro intenzione offendere le donne.
E aggiunge:

"Siamo sinceramente dispiaciuti di quanto accaduto, vi assicuriamo che questa telepromozione non andrà più in onda e che in futuro saremo più attenti."

Una risposta significativa che lascia ben sperare per il futuro!

venerdì 12 febbraio 2010

Esami di gennaio: bye bye!

E la sessione invernale è finalmente finita. Lunedì ho sostenuto l'ultimo esame, lo scritto di filosofia del linguaggio incentrato principalmente sulle teorie semiotiche di Saussure, Peirce, Hjelmslev ed Eco. Probabilmente settimana prossima saprò il risultato, ma sono abbastanza convinta di averlo superato. Spero anche con un buon voto!


Da settimana prossima iniziano le lezioni del secondo quadrimestre, tra cui c'è anche la frequenza obbligatoria del laboratorio di editoria.
Per cui ho passato questa settimana riposandomi, recuperando le tante ore di sonno perse tra gennaio e inizio febbraio a causa degli esami, leggendo solo libri e riviste sulla fotografia, scattando tante foto per il mio progetto fotografico - tra cui un reportage fortuito sulla manifestazione di protesta degli ambulanti contro lo smantellamento del mercato coperto di Crema svoltosi ieri mattina nelle vie del centro città - e limitando al massimo l'utilizzo del portatile.

Oggi, invece, del sano shopping all'outlet di Franciacorta che si è rivelata un'esperienza insieme entusiasmante e deprimente, per motivi che sicuramente non sciorinerò in questa sede.
E ora, per concludere degnamente questa giornata molto alla Sex & the City, un'uscita only girls con due mie grandi amiche.

Buona serata!

giovedì 28 gennaio 2010

Girl afraid

In questi giorni non scrivo molto perchè sono in clausura forzata pre-esami, ergo cerco di ottimizzare le giornate come meglio posso, evitando perdite di tempo (anche se, ovviamente, le fonti di distrazione sono innumerevoli e rendono molto ardua la concentrazione) e sono pochi gli avvenimenti degni di nota.

I due esami precedenti, ovvero psicologia del lavoro e delle organizzazioni e istituzioni di diritto pubblico, sono andati in porto, con molta soddisfazione: 28 per psicologia (dopo un'attesa interminabile! eravamo in 141 studenti all'appello con un solo professore ad interrogarci... si è così proceduto a una suddivisione degli studenti in diverse giornate e io sono stata esattamente l'ultima della prima tornata... ore e ore di snervante attesa, a sentire e risentire discorsi sui cambiamenti del mondo del lavoro attuale, sui ruoli di coach e coachee, sull'importanza di una relazione ottimale anche sul posto di lavoro, blablabla) e 25 per diritto (che, a essere sincera al 100%, un po' mi è rimasto sul gobbone perché so di aver studiato sodo ed aver risposto perfettamente alle domande dell'avvocato - non un professore dell'università, ma il socio dello studio dove lavora il nostro docente che era troppo lento per riuscire a interrogare tutti entro la sera -... per cui un po' di incazzatura per il voto c'è, ma cerco di non fossilizzarmi e di pensare che ora sono a meno 10 esami dalla fine).

Ora mi aspettano al varco gli ultimi 2 esami di questa sessione invernale: trattasi di comunicazione aziendale e di filosofia del linguaggio, da sostenere in una settimana.
Inutile dire che sono con l'acqua alle orecchie (giusto per essere fine), ansiosa, in preda al panico, negativa e mi sento impreparata. Come sempre del resto. Soprattutto sono preoccupata per il secondo dei 2, in particolare dopo aver letto alcune delle domande poste all'appello precedente. Cose del tipo "Ava come lava. Spiega, secondo il modello della comunicazione di Jakobson, quali sono le funzioni dominanti in questo messaggio" che mi lasciano piuttosto perplessa.
Comunque cerchiamo di pensare a una cosa alla volta: prima arriva comunicazione aziendale e ora sono dedita solo a quello, anche se sono stanca di sentir parlare dei fattori del marketing mix, del valore della marca, e compagnia bella!
Solo una cosa: io, speriamo che me la cavo!

Così posso dedicarmi completamente anima e corpo ai due libri non-universitari che mi hanno rapita in queste tristi giornate da reclusa e da cui faccio fatica a staccarmi: La compagnia dell'anello di Tolkien e Amabili resti di Alice Sebold.
Due perle!

Ora stacco e blocco quell'enorme luogo di tentazioni che è Internet e mi rifiondo su Brand Equity.
Che gioia... =_=

mercoledì 6 gennaio 2010

Piccoli crimini coniugali

Gli esami si avvicinano e io sono immersa nella lattura dei testi per l'università, tra cui quello che commento oggi, previsto nel programma di psicologia che sosterrò l'11 gennaio (anche se, finora, mi sfugge il senso di un testo del genere insieme a un altro sull'educazione e la globalizzazione e un altro ancora sul coaching). Non so cosa aspettarmi da questo esame ormai alle porte, non solo perché ho delle grandi incertezze sui contenuti, ma anche perché, leggendo qua e là sul forum universitario, ho scoperto che il prof è un vero pazzo. =_='
Cerco di non pensarci, di mantenere un pensiero positivo e di metterci tutto il mio impegno.

Intanto ho inviato proprio 5 minuti fa il mio elaborato sul tema del giusto proceso per l'esame di diritto, quello in cui a dicembre ho preso 24. Se il prof lo valuta bene, allora l'esame orale del 14 gennaio si dovrebbe tenere solo sull'elaborato e sugli altri temi del seminario. Spero si attenga solo a questo perchè, sinceramente, non ho molta voglia di riprendere in mano il super malloppo di schemi e riassunti fatti per questa materia.

Ma ecco il mio commento a Piccoli crimini coniugali di Éric-Emmanuel Schmitt.


Lisa e Gilles sono sposati da 15 anni, quando un incidente domestico porta l'uomo ad una totale amnesia. Da un giorno all'altro, Gilles non sa più chi è. Ha perso la memoria di sé ma, inspiegabilmente, ricorda altre cose come l'alfabeto greco, tutte le declinazioni latine, le coniugazioni russe, le tabelline...
La moglie cerca di aiutarlo nel difficile e lento percorso di recupero della memoria perduta, riportandolo a casa dove si spera che qualcosa riesca a riportare alla sua mente i ricordi del passato.
Purtroppo sembra che nemmeno questo tentativo riesca ad aiutarlo: niente gli è più familiare, niente ha più senso, manca qualsiasi collegamento. Tutto è solido tranne lui.

Ma si insinua un dubbio: e se la perdita di memoria non fosse altro che una finta? Se la mente di Gilles si sia bloccata volontariamente, per non ricordare, per non sapere, per proteggersi con l'ignoranza?

Presto si scopre che l'incidente non ha causato veramente la perdita di memoria in Gilles e l'accaduto diventa un ottimo pretesto per affrontare i problemi che logorano la loro coppia, insieme da così tanti anni, e per indagare la complessità della vita di coppia.
Con un ritmo altelenante che va dalla dolcezza di un abbraccio alla minaccia della violenza fisica e verbale, Lisa e Gilles riescono a superare la barriera delle parole inespresse e delle paure inconfessate per il timore di uno stravolgimento nella placida e rassicurante stabilità della loro vita, sputandosi in faccia tutto quanto è rimasto celato e soffocato nei loro cuori a lungo.
Con lo scorrere delle pagine, la storia di Gilles e Lisa viene ad assomigliare sempre di più a quella descritta dall'uomo in uno dei suoi romanzi gialli, dove la vita coniugale è paragonata a un'associazione di killer che si accaniscono sugli altri prima di infierire su loro stessi, a un lungo cammino verso la morte che lascia la strada costellata di cadaveri.
Infatti, la storia dei due protagonisti sembra ormai aver raggiunto un punto in cui tutto è diventato vuoto, ma senza che nessuno dei due se ne sia reso veramente conto. L'amore tra i due è ancora presente, ma la pigrizia e la routine lo hanno raffreddato e ne hanno preso il posto, trasformandoli in due estranei.

Tuttavia, proprio quando tutto sembra ormai perduto, Gilles e Lisa si risvegliano dal loro torpore, proprio grazie alla destabilizzazione creatasi con l'incidente, ritrovandosi con rinnovato sentimento e vigore.

Si tratta di una pièce teatrale veramente bella, breve ma altamente incisiva, che lascia il segno e che, come molti hanno avuto modo di sottolineare, porta il lettore a riflettere e ad interrogarsi sulle diverse facce del sentimento più complesso, più bello e più doloroso al mondo: l'amore.

Stelline: 5

Dettagli:
"Piccoli crimini coniugali"
di Éric-Emmanuel Schmitt
Editore: E/O
Anno: 2006
Pag. 150
Prezzo: 7,50€
Related Posts with Thumbnails