mercoledì 6 gennaio 2010

Piccoli crimini coniugali

Gli esami si avvicinano e io sono immersa nella lattura dei testi per l'università, tra cui quello che commento oggi, previsto nel programma di psicologia che sosterrò l'11 gennaio (anche se, finora, mi sfugge il senso di un testo del genere insieme a un altro sull'educazione e la globalizzazione e un altro ancora sul coaching). Non so cosa aspettarmi da questo esame ormai alle porte, non solo perché ho delle grandi incertezze sui contenuti, ma anche perché, leggendo qua e là sul forum universitario, ho scoperto che il prof è un vero pazzo. =_='
Cerco di non pensarci, di mantenere un pensiero positivo e di metterci tutto il mio impegno.

Intanto ho inviato proprio 5 minuti fa il mio elaborato sul tema del giusto proceso per l'esame di diritto, quello in cui a dicembre ho preso 24. Se il prof lo valuta bene, allora l'esame orale del 14 gennaio si dovrebbe tenere solo sull'elaborato e sugli altri temi del seminario. Spero si attenga solo a questo perchè, sinceramente, non ho molta voglia di riprendere in mano il super malloppo di schemi e riassunti fatti per questa materia.

Ma ecco il mio commento a Piccoli crimini coniugali di Éric-Emmanuel Schmitt.


Lisa e Gilles sono sposati da 15 anni, quando un incidente domestico porta l'uomo ad una totale amnesia. Da un giorno all'altro, Gilles non sa più chi è. Ha perso la memoria di sé ma, inspiegabilmente, ricorda altre cose come l'alfabeto greco, tutte le declinazioni latine, le coniugazioni russe, le tabelline...
La moglie cerca di aiutarlo nel difficile e lento percorso di recupero della memoria perduta, riportandolo a casa dove si spera che qualcosa riesca a riportare alla sua mente i ricordi del passato.
Purtroppo sembra che nemmeno questo tentativo riesca ad aiutarlo: niente gli è più familiare, niente ha più senso, manca qualsiasi collegamento. Tutto è solido tranne lui.

Ma si insinua un dubbio: e se la perdita di memoria non fosse altro che una finta? Se la mente di Gilles si sia bloccata volontariamente, per non ricordare, per non sapere, per proteggersi con l'ignoranza?

Presto si scopre che l'incidente non ha causato veramente la perdita di memoria in Gilles e l'accaduto diventa un ottimo pretesto per affrontare i problemi che logorano la loro coppia, insieme da così tanti anni, e per indagare la complessità della vita di coppia.
Con un ritmo altelenante che va dalla dolcezza di un abbraccio alla minaccia della violenza fisica e verbale, Lisa e Gilles riescono a superare la barriera delle parole inespresse e delle paure inconfessate per il timore di uno stravolgimento nella placida e rassicurante stabilità della loro vita, sputandosi in faccia tutto quanto è rimasto celato e soffocato nei loro cuori a lungo.
Con lo scorrere delle pagine, la storia di Gilles e Lisa viene ad assomigliare sempre di più a quella descritta dall'uomo in uno dei suoi romanzi gialli, dove la vita coniugale è paragonata a un'associazione di killer che si accaniscono sugli altri prima di infierire su loro stessi, a un lungo cammino verso la morte che lascia la strada costellata di cadaveri.
Infatti, la storia dei due protagonisti sembra ormai aver raggiunto un punto in cui tutto è diventato vuoto, ma senza che nessuno dei due se ne sia reso veramente conto. L'amore tra i due è ancora presente, ma la pigrizia e la routine lo hanno raffreddato e ne hanno preso il posto, trasformandoli in due estranei.

Tuttavia, proprio quando tutto sembra ormai perduto, Gilles e Lisa si risvegliano dal loro torpore, proprio grazie alla destabilizzazione creatasi con l'incidente, ritrovandosi con rinnovato sentimento e vigore.

Si tratta di una pièce teatrale veramente bella, breve ma altamente incisiva, che lascia il segno e che, come molti hanno avuto modo di sottolineare, porta il lettore a riflettere e ad interrogarsi sulle diverse facce del sentimento più complesso, più bello e più doloroso al mondo: l'amore.

Stelline: 5

Dettagli:
"Piccoli crimini coniugali"
di Éric-Emmanuel Schmitt
Editore: E/O
Anno: 2006
Pag. 150
Prezzo: 7,50€

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