mercoledì 25 aprile 2012

La dieta Skinny Bitch


Skinny: scarno, molto magro.
Bitch: stronza, bastarda.
Quindi la dieta della stronza magra.
Un titolo che divide: c'è chi lo trova troppo impertinente e antipatico, e chi invece è attratto proprio da questa palese irriverenza.
Io l'ho comprato perché sapevo che non si tratta di un libro pro-anoressia; sotto questo titolo ad effetto, infatti, c'è molto di più di una dieta per perdere i maledetti chili di troppo!
Come dicono le stesse autrici: «Abbiamo pensato a un nome così forte per attirare l'attenzione. Volevamo diffondere il più possibile il nostro messaggio  e abbiamo pensato che così facendo ci saremmo riuscite. Ma noi non siamo delle tipe magrissime che se la tirano, né desideriamo diffondere quest'immagine di donna. Non c'è niente di più brutto di una donna bella e stronza.»

Quindi Rory Freedman e Kim Barnouin non vi spingono a diventare zombie scheletriche che vanno avanti a sedano e grissini, ma vi invitano a riflettere sull'alimentazione vegan e sui suoi pregi non solo per la linea e la salute, ma anche per l'ambiente, la società, il benessere degli animali. 
Data questa premessa, forse sarà più facile prendere alla leggera lo stile "colorito" delle due autrici che non hanno proprio peli sulla lingua! Anzi vi farete qualche risata e forse verrete risvegliate dal torpore del consumatore inconsapevole.
Ecco qualche esempio, giusto per farvi capire il tono:
«Non potete continuare a mangiare la stessa merda e diventare magre.» 
«Lo zucchero è come il crack, e le industrie alimentari sanno che se ne aggiungono ai loro prodotti, tornerete per averne altri.»
«Se credete che la dieta Atkins vi farà dimagrire, dovete essere completamente fuori di testa. Oppure siete delle scrofe ingorde che vogliono credere di poter mangiare cheeseburger tutto il giorno e dimagrire.»
«Se ricevessimo un centesimo per ogni volta che un deficiente ci ha chiesto: "Ma allora da dove prendi le proteine?", saremmo più ricche di Bill Gates.»
Capito l'andazzo?
Pare di sentire Jill Cooper urlare: "Brutti ciccioni, palle di lardo che non siete altro!".
Ma io so che voi siete persone dotate di senso dell'umorismo e saprete andare oltre le parole acide per cogliere il vero messaggio di questo libro.
Ovvero... Go veg!
Ok, ok, non pensate ora che io sia una fanatica animalista; sono solo una giovane donzella che sta intraprendendo il cammino del vegetarianesimo ;)
E spero che questo libro vi spinga a iniziare un percorso di maggiore consapevolezza e a capire che nessuno «dà il diritto a noi - esseri umani - di imprigionare, mutilare, massacrare esseri del tutto innocenti e indifesi. Gli animali non sono oggetti, non sono macchine da sfruttare e smembrare, pezzo dopo pezzo. Gli animali sono esseri senzienti, soffrono, sanguinano, muoiono esattamente come noi: ciononostante, la filiera produttiva della carne (mangimifici, allevamenti, impianti di macellazione e distributori) li riduce a cose.
[...] Ma sofferenza e morte degli animali non sono un male necessario, senza sfruttare e uccidere gli animali si può vivere benissimo, anzi: si vive meglio e in migliore salute! Vegetariani e vegan ne sono la prova vivente.»

Infine, due piccole obiezioni.
  1. Rory e Kim sostengono fortemente che un'alimentazione vegetariana vi donerà tanta salute. Assicurato al 100%!
    Secondo me escludere qualsiasi alimento di origine animale può aiutarvi a essere più in salute e a perdere peso (esistono anche vegetariani in sovrappeso, eh!), ma ritenersi al sicuro da malattie è esagerato.
  2. L'insistenza delle autrici sui prodotti biologici è forse un filino eccessiva.
    Dal mio punto di vista il biologico è un'ottima scelta per chi è attento all'ambiente e desidera seguire uno stile di vita consapevole. Certo, solitamente quello che si trova tra gli scaffali del NaturaSì & Co. costa un po' di più di quelli da supermercato. Ma un motivo (anzi, più di uno) c'è!
    Purtroppo esistono i ladri e i truffatori anche in questo settore, come è stato dimostrato qualche mese fa in Veneto (ricordate l'operazione Gatto con gli Stivali?). Bisogna sempre stare all'erta! Quindi ok alle certificazioni, ma cercate sempre di pensare con la vostra testa; non smettete mai di informarvi e documentarvi.
    Oltre al cibo biologico, vi 
    consiglierei di cercare coltivatori e allevatori nel vostro territorio che, pur senza una certificazione bio, lavorano nel rispetto dell'ambiente. Sono certa che anche dalle vostre parti riuscirete a trovare produttori che lavorano con passione e determinazione senza ricorrere a fertilizzanti, insetticidi, diserbanti e schifezzuole varie.

Dettagli
"La dieta Skinny Bitch"
di Rory Freedman e Kim Barnouin
Editore: TEA
Data di pubblicazione: 2008
Pag. 182
Prezzo: 12,00€

venerdì 20 aprile 2012

I link della settimana #5

How Clean is Our Palm Oil?
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Pare che l'olio di palma non faccia molto bene alla salute. Non sono un medico né un'esperta in nutrizione, ma mi sono imbattuta più volte in articoli su quest'olio vegetale e ne ho sempre letto le peggio cose.
Secondo molte ricerche l'olio in questione è pericoloso per il cuore e le arterie, e aumenterebbe il rischio di contrarre malattie cardiovascolari a causa dei grassi saturi a catena lunga di cui è pieno.
Ma c'è qualcos'altro di negativo legato all'olio di palma e su cui non ci sono dubbi: la palma da olio coltivata soprattutto in Malesia, Birmania e in altri paesi asiatici sta prendendo il posto delle foreste tropicali. Questi ambienti, unici per la loro biodiversità, vengono rasi al suolo per fare posto alle monoculture di palma da olio. Leggete cosa sta succedendo nel Borneo dove le aziende produttrici di olio di palma pagano la gente per uccidere gli orang-utan.
L’olio di palma viene ottenuto da un vero e proprio genocidio in paesi dove le foreste vengono disboscate per far spazio ad immense piantagioni. Esso viene utilizzato massicciamente nell’industria dolciaria, spesso anche in prodotti vegani.
Che siate vegan o meno non importa: l'olio di palma deve essere boicottato! Punto.

Cambiamo argomento e viriamo verso il minimalismo (ma guarda!): conoscete Devis Bonanni (aka Pecora Nera sul Web 2.0)?
Devis è finito sulle pagine del Corriere della Sera (Come essere felici con 200 euro al mese) e nell'etere grazie a un documentario di MTV (Madrenatura: la storia di Devis) per il suo stile di vita molto diverso dalla media: a 26 anni, questo ragazzo friulano riesce a vivere con soli 200€ al mese, coltivando e allevando da solo buona parte del cibo che finisce nel suo piatto, spostandosi senza far ricorso all'automobile e riscaldandosi con la legna dei boschi.
Proprio una pecora nera nel mondo occidentale.
O un pazzo/predicatore non credibile/anarchico/figlio di papà/personaggino neofrancescano/evasore per molti altri (date un'occhiata ai commenti sul sito del Corriere e potrete ricavarne un divertente elenco di etichette).
Sulla Rete si è sviluppato un piccolo dibattito, a partire dalla stessa risposta di Devis sulle pagine del Corriere. Per non farsi trascinare dalla facilità con cui si punta il dito contro chiunque tenti una strada alternativa, vi consiglio di leggere i post di Laura (Pecoranera) e di Alberto (Dalla parte di Devis).
Io non riesco ancora a concepire come si faccia a vivere con soli 200€ al mese, ma allo stesso tempo non mi metto ad aggredire Devis così come invece hanno fatto tanti altri. Come si fa a essere così ciechi di fronte alla lezione che puoi impartirci la storia di Devis? Perchè si deve a tutti i costi scadere in commenti acidi e gratuiti contro una persona solo perché "diverso"?

Voi che ne pensate?
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