venerdì 27 gennaio 2012

I link della settimana #1

Oggi inauguro una nuova rubrica!
Mmmm... No, alt. Questo blog è sempre stato votato all'anarchia totale e non ha mai avuto rubriche. Quindi mi correggo: oggi inauguro la prima rubrica di Quarte di copertina!

Niente di trascedentale, intendiamoci. Si tratta di segnalare i migliori articoli letti durante la settimana secondo il mio indiscutibile giudizio e che credo possano aiutare il mio folto pubblico (LOL) e la sottoscritta a sviluppare maggiore consapevolezza e senso di responsabilità.
Si tratta di una rubrica a cadenza settimanale, pubblicata tendenzialmente il venerdì per lasciarvi il tempo di digerire articoli, foto e video durante il weekend.
Quindi, siore e siori, ecco il primo appuntamento con I link della settimana.

Iniziamo con La felicità non si compra (si vive) del blog Accademia felicità.
Il concetto è semplice, antico come le montagne ma spesso dimenticato: le esperienze vissute con parenti, amici, compagni di vita (ma anche in solitaria, aggiungerei) valgono più di un gioiello di Tiffany's o di un cappotto Max Mara. Lo conferma una ricerca svolta presso la Cornell University (Ithaca, USA) in cui si sostiene che "l’83% della popolazione quando pensa a qualcosa di bello pensa al concerto a cui è andata e alle cene con gli amici piuttosto che a vestiti o gadget che ha acquistato."
In effetti se ripenso ai momenti più felici del passato non mi viene in mente la Barbie-vitino-da-vespa ricevuta a Santa Lucia o gli acquisti in serie all'outlet. Piuttosto sorrido pensando a quando mio papà mi caricava sulle sue spalle per portarmi a letto e mi raccontava le sue storie sull'asinello Giulietto ♥ o mi perdo nella nostalgia che mi assale ripensando al primo indimenticabile concerto degli U2 con Marco.
Ora mi rivolgo a voi: cosa vi rende più felici?

Passiamo al cibo e a una recensione – pubblicata su Il Pasto nudo – di un libro entrato subito nella mia lista dei desideri: “Cioccolato amaro – Il lato oscuro del dolce più seducente” di Carol Off.
Credo che tutti voi siate a conoscenza delle oscure vicende legate alla produzione del cacao, alimento tanto amato quanto conteso. Ma scommetto che pochi di voi si siano presi la briga di andare a fondo. Io in primis. Questo libro ci permetterà di correre ai ripari e di avere un quadro completo sui retroscena del cacao dato che la "Off comincia dagli albori e ci racconta come la storia del cacao sia stata intrisa di ingiustizie e discriminazioni, sfruttamento e criminalità".
In estrema sintesi: W il cioccolato equo&solidale! e pollice basso per le multinazionali schiavizzatrici.

Ecco un'infografica interessante e demoralizzate su quanto territorio italiano è stato mangiato dal cemento negli ultimi 10 anni.
Dati sconfortanti per chi, come la sottoscritta, ha un nodo alla gola quando vede una rete arancio-elettrico in un campo (= nuova colata di cemento in arrivo) o viene preso dallo sconfornto quando attraversa interi quartieri senza l'ombra di un giardino pubblico, di un albero o anche solo di un'aiuola di tulipani.

Infine due video:
  1. il primo racconta di un progetto molto interessante che mi piacerebbe tanto replicare anche nel mio territorio: Tree planting at Whitehead nell'Irlanda del Nord, la zona con meno alberi dell'Europa (e chi l'avrebbe detto? Io no!).
    Piantare tanti alberi
    – possibilmente autoctoni o creare un gruppo di guerrilla gardening per dare ossigeno e rendere meno triste le distese di cemento: un sogno!
  2. il secondo – girato da Nemesi Animale – riguarda le Uova Bruzzese (Una storia di ordinaria sofferenza). Pensavate che gli allevamenti intensivi esistessero solo negli sterminati spazi degli Stati Uniti? Vi sbagliate di grosso. Ecco cosa succede nella "ditta Bruzzese di Olgiate Olona (Varese), una delle principali produttrici di uova della Lombardia, con 200.000 galline ovaiole detenute in condizioni vergognose, in pessime condizioni di vita e d'igiene".
    Cosa possiamo fare per non essere complici? Se proprio non riuscite a vivere senza uova,
    davanti agli scaffali del supermercato ricordatevi la classificazione illustrata nell'immagine e cercate di acquistare sempre e solo uova con codice 0! 
(foto trovata sulla fanpage di LAV Milano)
È antropomorfismo provare a immaginarsi dentro la gabbia di un animale d’allevamento? E antropodiniego non farlo? Una gabbia per galline ovaiole concede in genere a ogni animale una superficie all’incirca di quattro decimetri quadrati: uno spazio grande poco meno di un foglio A4. Le gabbie sono accatastate in pile da tre a nove — il Giappone detiene il record d’altezza per le gabbie di batteria, con pile di diciotto gabbie — in capannoni privi di finestre. Entra mentalmente in un ascensore affollato, un ascensore così affollato che non riesci a girarti senza sbattere (esasperandolo) contro il tuo vicino. Un ascensore così affollato che spesso rimani sollevato a mezz’aria. Il che è una specie di benedizione, perché il pavimento inclinato è fatto di fil di ferro che ti sega i piedi. Dopo un pò quelli che stanno nell’ascensore perderanno la capacità di lavorare nell’interesse del gruppo. Alcuni diventeranno violenti, altri impazziranno. Qualcuno, privato di cibo e speranza, si volgerà al cannibalismo. Non c’è tregua, non c’è sollievo. Non arriverà nessun addetto a riparare l’ascensore. Le porte si apriranno una sola volta, al termine della tua vita, per portarti nell’unico posto peggiore…
da Se niente importa di Jonathan Foer

2 commenti:

Hob03 ha detto...

bella questa tua nuova rubrica, la seguirò con moltissimo interesse. Intanto ora vado a curiosare nei link!

Unknown ha detto...

Grazie :) Fammi sapere se li trovi utili e interessanti

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