sabato 24 dicembre 2011

Tanti auguri eh

© la copertina dell'Internazionale 23/29 dicembre


Come messaggio di augurio vi voglio riproporre il post Quando il disastro sarà compiuto scritto da Metilparaben:
C'è qualcosa di raggelante, nella crisi economica che sta investendo il pianeta come un uragano infinito: ed è qualcosa di più della semplice consapevolezza di potersi permettere meno di prima, di fare sempre più fatica ad arrivare alla fine del mese, perfino di scendere con tutte le scarpe sotto la soglia di povertà. Quello che toglie il fiato per quanto fa paura è accorgersi, a poco a poco, che il sistema di cui ci si è fidati per decenni sembra iniziare davvero a non funzionare più; che il benessere e la prosperità che quel sistema sembrava destinato ad assicurarci per sempre svaniscono giorno dopo giorno, inesorabilmente, e quelli che dovrebbero avere in tasca le soluzioni per raddrizzare la situazione non sanno che pesci prendere; che non esiste un'alternativa pronta a sostituirlo, quel sistema, quando dovesse sibilare l'ultimo rantolo e venire giù come un castello di carte. Credo sia questo a terrorizzarci, più che la povertà: la sensazione di ritrovarci soli in mezzo a un gigantesco corto circuito, il sospetto di dover mettere da parte tutto quello che credevamo di sapere, la prospettiva di non avere più nessuna certezza non tanto su quello che metteremo nel piatto domani sera, ma soprattutto sulla credibilità dell'unico modo di farlo che abbiamo mai conosciuto. Non può succedere, hanno continuato a ripeterci per tutti questi anni, perché questa è la strada giusta e deve portare per forza da qualche parte: e oggi il dubbio che quelle parole non siano altro che un mantra vuoto ci attanaglia come una morsa, ci spalanca gli occhi nel cuore della notte, ci toglie il fiato quando pensiamo a cosa succederà dopodomani. Formiche impazzite, andiamo avanti a ripetere finché possiamo gli unici riti che conosciamo perché non siamo capaci di immaginare altro: ma da qualche parte, dentro di noi, si fa strada il pensiero che quei riti non servano più a niente, e anzi che siano solo un modo come un altro per accelerare la fine. Quando il disastro sarà compiuto, allora forse ricominceremo a respirare, a farci qualche domanda, a riflettere tutti insieme. Senza avere più niente da perdere, perché alla fine avremo perso tutto quanto.
Inoltre vi invito a fare un salto in edicola per prendere l'ultimo numero di Internazionale: come sempre è una rivista interessante (PS: un abbonamento annuale a questa rivista sarebbe regalo assai gradito XD), ma questa settimana propone degli articoli sulla maledetta crisi che ci accompagna dal 2008.
In particolare vi consiglio caldamente di leggere fino in fondo La fine del capitalismo, traduzione di un articolo comparso sul quotidiano tedesco Die Zeit. In questo pezzo  come in quello di Metilparaben e in tanti altri che spuntano come funghi su Web e giornali — si delinea la fine del sistema economico capitalista, incapace di garantire benessere e giustizia sociale per tutte le persone.
Per continuare a far crescere l'economia, infatti, bisogna comprare senza sosta.A questo punto sorge un altro problema: come convincere le persone a comprare senza consumare, accumulando libri dimenticati sulle mensole, vestiti nell'armadio, giocattoli nelle camere da letto dei bambini, con il solo scopo di impacchettarli e abbandonarli al più presto per comprarne dei nuovi.
È ormai arrivato il momento di cercare un'alternativa.
E di pensare a un Natale diverso.

2 commenti:

Hob03 ha detto...

Ciao Ele, Buon Natale anche a te cara...

Unknown ha detto...

Grazie Hob, anche a te per un buon anno!

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