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lunedì 12 dicembre 2011

La metà di niente



Un libro "mangiato" in una giornata e mezza. Questo vi dà un'idea chiara di quanto mi sia piaciuto La metà di niente, romanzo d'esordio dell'irlandese Catherine Dunne.

Vita, morte e rinascita di una quarantenne (Rose) che, in quella che doveva essere una delle sue solite mattine da casalinga, viene piantata in asso dal marito (quello stronzo di Ben) con queste parole: "Rose. Dobbiamo parlare. Devo andar via per un po'. Penso che abbiamo bisogno di stare ognuno per conto proprio, solo per un periodo. Mi dispiace farlo così, ma è che non sono felice. [...] Non ti amo più."

Crisi esistenziale di mezza età? Noooo!!! Solo la solita storiella di adulterio: Ben, infatti, parte per l'assolata Malaga in compagnia della moglie di un socio d'affari - la bella e sensuale Caroline - e lì le confessa di voler portare alla luce del sole la loro relazione clandestina, lasciandosi alle spalle vent'anni di matrimonio e tre figli.
Ma la sua avventatezza gli costerà caro e gli si rivolterà contro.

E Rose? Dopo i primi giorni in cui le sembrava di essere al cinema e di star assistendo alla proiezione della storia di un'altra persona, la protagonista si risveglia da un torpore durato troppi anni.
Da docile e servile moglie pronta a soddisfare le richieste di un marito ossessionato dagli affari e ad annullarsi per lui e i figli, Rose scopre una forza sconosciuta dentro di sé e trova il coraggio di prendere la sua vita nelle proprie mani.
Inizia così il suo percorso di rinascita, reso possibile anche grazie all'aiuto dei tre figli, delle amiche Jane e Martha, di datori di lavoro fiduciosi nelle sue capacità di cuoca (e anche di qualche bicchiere di buon vino d'annata).

Ed eccola diventare una donna forte, intraprendente e indipendente.
Rose ormai non è più disposta a subire i chiari di luna del marito; non è più disposta a dipendere da qualcun'altro; non è più disposta a non vivere!
 


Addio Rose Holden.
Benvenuta Rose Kelly!

Dettagli
"La metà di niente"
di Catherine Dunne
Editore: Guanda
Data di pubblicazione: 1997
Pag. 292
Prezzo: 16,50€

lunedì 1 agosto 2011

Il ritratto di Dorian Gray


Buon inizio agosto!
Arieccomi con un breve commentino su un classico come Il ritratto di Dorian Gray di Oscar Wilde, pubblicato nel 1890 ma poi rivisto più volte dallo scrittore apportando variazioni e aggiungendo nuovi capitoli.
Non credo di aver mai incontrato in letteratura un personaggio più odioso di Lord Henry Wotton, meglio noto come Signor "So tutto io", Mister Paradosso oppure Dio in Terra. Un discepolo dell'estetismo, un cinico insopportabile, il cui motto per la vita è "il piacere prima di tutto", anche di qualsiasi principio morale.
Ma anche un bastardo manipolatore che trova un piacere sadico a giocare con quel fragile burattino che è Dorian Gray.
Però poi Lord Henry invecchia e vede ridursi le occasioni per darsi alla pazza gioia, mentre Dorian continua a vivere nel suo egoismo ed edonismo grazie a una sorta di patto col diavolo che gli permette di mantenere intatte la sua bellezza e la sua giovinezza (a discapito del quadro del povero Basil). Dorian non si lascia sfuggire niente. "Passioni senza termine, piaceri sottili e segreti, sfrenate gioie e sfrenati peccati: egli doveva avere tutto ciò", anche se questo significa diventare quel tipo di uomo che più piace a Henry Wotton: "Mi piacciono più le persone dei princìpi, e le persone senza princìpi mi piacciono più d'ogni altra cosa al mondo".
Ed è così che Dorian diventa: un uomo senza princìpi, trascinato in una spirale di degenerazione senza fine.
Ora posso finalmente vedermi il film nella sua versione del 2009 con Ben Barnes nei panni di Dorian (anche se nella mia mente me lo immaginavo diverso, quasi come un puttino cresciutello con folti riccioli biondi e occhi azzurro cielo) ma soprattutto con Colin Firth che però mi fa l'odioso Wotton.
Auguratemi buona fortuna, il film è in lingua originale quindi in strettissimo inglese britannico!
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